Outlook 2015
Pubblicato il 12.01.2015
Per i più importanti Asset Manager internazionali, il 2015 si dimostrerà un anno difficile, dove la ricerca di un adeguato "ritorno per il rischio" si rende più affannosa, mentre il segnale della stretta monetaria statunitense si avvicina. Nella realtà dei fatti anche dodici mesi orsono le previsioni erano di un ragionevole ottimismo verso i ‘risky asset' (fondi di investimento azionari e obbligazionari più rischiosi), ma con un una forte cautela che derivava proprio dal ‘tapering' della banca centrale statunitense FED (fine dell'acquisto di titoli sul mercato) che avvertiva un sensibile aumento dei rendimenti, poi disatteso. Nel 2014, le maggiori borse hanno toccato nuovi massimi ed il mercato obbligazionario, al contrario di quanto stimato, ha dato ottimi risultati. Secondo gli analisti, nel 2015 le due più grandi economie mondiali, Usa e Cina, rimangono tese alla crescita e per questo non potranno deludere gli investitori; dietro di loro, Area Euro e Giappone, stanno spingendo per una esasperata ripresa, ed infine i più importanti paesi emergenti, accortisi di quanto sia importante attuare le riforme strutturali per consolidare i progressi fatti, sono alla ricerca di nuove strategie di espansione. Negli Usa la ricerca specializzata rilancia il Bull Market (mercato al rialzo per le borse) proprio sulle attese di una buona crescita economica e di un ottimo stato di salute delle società, dopo che Wall Street ha archiviato un +7,52% nel 2014 e raggiunto nuovi massimi da sempre. Anche gli esperti del mercato finanziario asiatico sono fiduciosi affidando un forte peso positivo al calo del costo energetico e al rilancio delle maggiori economie da questo favorite. Secondo gli analisti le valutazioni azionarie, in linea con il ‘momentum' economico, saranno legate alla capacità di crescita degli utili delle grandi aziende che nelle stime rimangono positive nell'ordine del 7 – 8%. La liquidità nei mercati finanziari non mancherà, anche per le previste iniezioni delle banche centrali di Eurozona e Giappone; questo dovrebbe mantenere i tassi di interesse ancora bassi, anche se a guidare il mercato obbligazionario potrebbero essere le indicazioni della banca centrale Fed. Se lo scenario fosse questo dove sono i rischi? A possibili sorprese macroeconomiche, tra le quali il tema inflazione negli Usa, rimangono aperti alcuni rischi geopolitici; una correzione al rialzo dei tassi di interesse negli Usa potrebbe innescare un'instabilità nei mercati, una crescita della volatilità ed una riduzione degli asset più rischiosi nei portafogli istituzionali; una normalizzazione al rialzo dei rendimenti obbligazionari che le banche centrali dovranno gestire a fronte di una ritrovata crescita economica: nuovi massimi di borsa, ma con maggior rischio!
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.