Outlook 2017 – Prospettive per i Mercati Finanziari

Pubblicato il 12.01.2017

Outlook 2017 – Prospettive per i Mercati Finanziari

La buona sorpresa di fine anno

Il 2016 si è chiuso con ritorni positivi sia per i listini azionari che per quelli obbligazionari. L'accelerazione globale è stata trascinata dai nuovi massimi della borsa statunitense, proprio nella parte conclusiva d'anno, portando in netto territorio positivo le performance della maggior parte dei portafogli internazionali. In dettaglio gli indici MSCI in valuta locale nelle aree sviluppate evidenziano: World +7,07%, Europe +4,01% (di cui Germany +3,43% e UK +14,25%), North America +9,64% (S&P500 +9,54%, Nasdaq Composite +7,5%, Canada +17,5%) e Pacific -0,38% (Japan -2,6%, Australia +7,24%, Shanghai Composite -12,31%), BRIC +5,35%. L'indice obbligazionario governativo Citigroup WGBI in Euro ha fornito ancora una volta un'ottima performance di +5,03%, così come l'obbligazionario dei Paesi Emergenti con un +9,53%.

Le prospettive economiche per il 2017 rimangono positive

La situazione prospettica trova oggi l'opinione prevalente degli economisti convergere su un trend di sviluppo macroeconomico in ulteriore leggero recupero sebbene a tassi inferiori al 3%: la crescita del PIL reale Globale (Real GDP World) si è stimata a +2,6%. Per il 2017 il ‘consensus' si trova oggi a un +2,8% in un trend progressivo che potrebbe raggiungere il 3% nel 2018. L'attenzione si sta comunque concentrando negli Stati Uniti, sulle potenzialità di rilancio fiscale del neopresidente repubblicano Donald Trump. L'economia statunitense potrebbe proseguire un percorso di crescita ben superiore al 2,5% atteso, mentre l'inflazione potrebbe mantenersi all'intorno del target del 2%.

Più complesse le prospettive sui mercati finanziari

La grande novità per il 2017 sarà la centralità dei programmi di politica fiscale in contrapposizione alla ormai lunga egemonia della politica monetaria. E' interessante notare una maggiore divergenza di opinione tra i gestori che trovano nella politica di Trump un elemento di rischio finanziario aggiuntivo in un clima economico tutto sommato in equilibrio. Lo scenario di base per il mondo finanziario rimane centrato sul moderato aumento dei tassi di crescita economica a livello globale sebbene in un trend positivo, un regime monetario di bassi tassi di interesse condizionato dal rischio inflazione, e dalle politiche monetarie divergenti tra la FED statunitense rispetto a Banca Centrale Europea e del Giappone, in ordine alla fase di politica fiscale espansiva in Usa.

Massimi storici delle azioni USA da monitorare

Dopo un lungo periodo conservativo la maggior parte dei consulenti e gestori di portafoglio sono tornati a consigliare un aumento del peso azionario e la detenzione di minore liquidità nei portafogli dei clienti. Nonostante le valutazioni dell'azionario statunitense non siano a buon mercato, il dubbio che il ritorno reale a breve possa divenire negativo (ritorno nominale – inflazione), in un mondo che ritrova un recupero dei prezzi delle materie prime, conferma la preferenza all'azionario, quale punto fermo per tutti i gestori. Se da una parte questa convergenza univoca sembra nascondere la creazione di una bolla finanziaria, dall'altra le valutazioni azionarie rispecchiano al momento una buona capacità di crescita dei profitti.

Wall Street: bolla finanziaria o no?

Sono tre i principali rapporti di valutazione a cui riferirsi: rapporto prezzo/utili prospettici (Forward P/E ratio), il tasso di rendimento da dividendi (Dividend Yield) e il prezzo delle azioni rispetto al loro valore di bilancio (Price to Book Value). Sebbene il Forward P/E ratio dell'indice americano S&P500 rimanga sopra la media storica a 25 anni il Dividend Yield e il Price to Book Value rimangono interessanti, soprattutto in una fase in cui la crescita globale è positiva e gli utili attesi in crescita; sarà dunque importante monitorare l'impatto dei profitti a fronte dell'aumento dei tassi di interesse da parte della FED.

Il portafoglio di investimento

L'attuale fase del ciclo economico ha già prodotto una serie di aggiustamenti nei portafogli finanziari con la riduzione della posizione di liquidità a favore del mercato azionario, una diminuzione della duration sulla parte obbligazionaria governativa e lo spostamento del peso azionario verso i settori più ciclici.

La prospettiva sui portafogli finanziari sembra ripetere quanto già visto ad inizio 2016 dove l'analisi complessiva vedeva un ritorno atteso limitato, se non negativo, sia sugli asset obbligazionari che azionari. Dopo l'ottimo andamento degli ultimi mesi, i parametri di confronto sembrano molto legati alla politica della banca centrale degli Stati Uniti. A fronte di un aumento dei rendimenti le strategie sulle parte obbligazionaria convergono verso portafogli flessibili, a duration limitata e diversificati con tasso variabile e inflation linked (i prezzi sono comunque saliti su queste ultime classi di attivo); Corporate Bonds e High Yield solo con fondi a gestione attiva.

Anche nel 2017 dobbiamo attenderci qualche impennata della volatilità conseguentemente alle variabili geopolitiche (nell'area Euro avremo elezioni in Olanda, Francia, Germania e forse in Italia) e alla mutevolezza dei flussi di investimento sull'onda della politica restrittiva della FED: questo favorirà un utilizzo opportunistico della liquidità.

 

12 gennaio 2017

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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