Outlook Quarto Trimestre 2015

Pubblicato il 15.10.2015

Outlook Quarto Trimestre 2015

Prospettive macroeconomiche: indici di fiducia in calo

Negli Stati Uniti, in attesa delle stime del GDP del terzo trimestre, le previsioni sono state ridimensionate dopo l'ottimo +3,9% del secondo quarto; gli indicatori recenti offrono comunque dati relativamente positivi come ad esempio l'ulteriore discesa del tasso di disoccupazione al 5,1%. Il dato meno soddisfacente è l'andamento degli indicatori di fiducia: un esempio chiaro è quello dell'indice ISM PMI, Purchasing Managers Index che misura le indicazioni dei manager degli uffici acquisti aziendali, che continua la sua discesa attestandosi a 50,2, in avvicinamento a quota 50 punti, soglia minima per uno scenario di espansione (vedi grafico sotto).

Timori per la Cina

Anche il Fondo Monetario Internazionale nel suo recente comunicato ha sottolineato un rallentamento generalizzato del ciclo economico con epicentro nei paesi emergenti. Dopo la leggera svalutazione dello yuan cinese in agosto, si è accentuata la riflessione sulle prospettiva nell'area asiatica e in Cina; i segnali rimangono confusi nonostante gli interventi che la banca centrale cinese ha voluto mettere in campo; escluse le prospettive di un ‘hard landing', ovvero di una situazione recessiva, le previsioni per il 2015 rimangono orientate ad una crescita del GDP cinese tra il 6,8 e il 7%, comunque in linea con le precedenti indicazioni del governo.

Visioni di Politica Monetaria poco divergenti

La decisione della banca centrale statunitense FED di non alzare i tassi di interesse a settembre ha dimostrato ancora cautela nel programma di restringimento monetario, da mesi in discussione al suo interno. Le scelte della FED rimangono attendiste rispetto a dati macroeconomici che non sembrano ancora convincere, in particolare sul lato delle economie internazionali con riferimento in primo luogo alla Cina. Le attuali previsioni sui tassi di interesse statunitensi vedono comunque almeno un ritocco al rialzo entro la fine del 2015.

Se la FED alza, la BCE allarga

In contrapposizione al rialzo della FED, gli operatori credono che la BCE procederà verso un'accelerazione nell'espansione monetaria ‘non convenzionale' attivata con il Quantitative Easing. Tra gli obiettivi, oltre a convincere le banche a ripulire i bilanci e patrimonializzare il capitale sociale per aumentare il credito, sembra più evidente la necessità di raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2%, come più volte ribadito dal presidente Mario Draghi.

 

La spinta è nel rilancio della crescita

Lo scenario globale continua a manifestare un modo differenziato di intervento delle banche centrali a sostegno delle politiche economiche regionali con obiettivi diversi: in Europa e in Giappone la trasmissione del credito alle imprese per aumentare il Capex (investimenti produttivi di lungo termine), negli Usa una ripresa di potere della politica monetaria convenzionale e una normalizzazione dei rendimenti, e in Cina una riduzione dei rischi di leva e di contenimento della speculazione immobiliare, rafforzamento delle strutture finanziarie centrali e maggiore incisività nell'espansione di consumi e servizi domestici.

Portafogli di investimento

Sui portafogli obbligazionari, la riduzione dei rendimenti nel periodo estivo rende difficile ipotizzare importanti ritorni a medio termine con rendimenti che rimangono appoggiati alla parte bassa del trend storico. Anche l'acquisto di titoli governativi con le operazioni di Quantitative Easing della Banca Centrale Europea ha fornito un enorme supporto ai titoli dell'Europeriferia su cui potrebbe essere ragionevole prendere in parte beneficio. Si tenga presente che qualora la politica della BCE, orientata a raggiungere un target di inflazione del 2% dovesse manifestare un risultato positivo la normalizzazione dei rendimenti potrebbe produrre una contrazione delle performance fin qui raggiunte.

Sui portafogli azionari i gestori ritornano in una posizione neutrale: dopo le prese di profitto nel secondo trimestre atte a capitalizzare le ottime performance dei primi cinque mesi dell'anno e il sottopeso estivo, è ragionevole pensare ad un graduale riposizionamento. I pesi relativi nelle maggiori aree previlegiano ancora Area Euro, Asia e Giappone. La revisione del portafoglio rimarrà comunque vincolata alla capacità delle società quotate di aumentare la propria profittabilità. La selezione delle società (cosiddetto stock picking) diviene oggi il punto di differenza per ottenere performance in un mercato azionario globale che ha molto guadagnato negli ultimi anni; visione positiva sul settore Healthcare.

15 ottobre 2015

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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