Parigi sconvolta dal terrorismo

Pubblicato il 16.11.2015

Parigi sconvolta dal terrorismo

La determinazione dell'intelligence per garantire la sicurezza è al massimo livello dopo gli attacchi che nella serata del 13 novembre hanno colpito duramente la capitale francese: 129 vittime e oltre 200 feriti, questi, secondo le fonti locali, i drammatici numeri. Gli attentati sono stati rivendicati dallo Stato islamico facendo riferimento ai bombardamenti in Siria. In Italia le maggiori preoccupazioni si concentrano sull'apertura a Roma del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco prevista per l'8 dicembre pv.

Reazioni politiche forti da tutti i paesi

In questi giorni continueranno ad essere sicuramente dure le reazioni politiche, mentre l'impatto sui mercati finanziari potrebbe dimostrarsi limitato, a meno di un aggravamento della situazione geopolitica. L'Europa è chiamata a rafforzare i controlli interni e sulle frontiere. L'incontro del G20 in Turchia tra i principali leader politici ha visto unanimità di intenti che dovranno trovare una conferma sulle iniziative comuni. In una fase già delicata dove sono attesi gli outlook sui mercati finanziari per il prossimo anno, la strategia del terrorismo mina ulteriormente la fiducia che banca centrale europea e governi stanno invece sostenendo per rilanciare crescita economica, investimenti, occupazione e consumi.

Investitori prudenti: la sfida è il debito globale

La riflessione dei mercati finanziari delle ultime sedute porta l'attenzione degli investitori alle prospettive per i prossimi trimestri; i due temi essenziali riguardano la crescita economica e la politica monetaria. La revisione al ribasso, che ad ottobre il Fondo Monetario Internazionale ha evidenziato, ha tendenzialmente smorzato le precedenti stime di accelerazione della crescita economica globale per il 2016. Uno scenario già ripercorso negli ultimi anni dove le previsioni di fine anno sono state deluse dai risultati. Il secondo tema riguarda la politica monetaria e in questo caso il dubbio sarà sciolto nelle riunioni delle banche centra BCE e FED nei rispettivi comitati di dicembre

Rapporto negativi tra crescita e indebitamento

Una politica restrittiva statunitense apre ad uno scenario sfidante per il mercato obbligazionario, che in questi vent'anni ha potuto beneficiare del calo dell'inflazione e di una continua discesa dei rendimenti fino agli attuali minimi storici. Il debito accumulato dagli Stati più importanti tra la fine del 2007 e la fine del 2014 in dollari Usa, imprese e famiglie private di 52 economie, è aumentato del 49,4%; il PIL degli stessi paesi è aumentato di circa il 31,5%. In particolare nelle economie avanzate, il debito è aumentato del 28,9% e il PIL del 13,5%; nelle economie emergenti, il debito è aumentato del 200,1% e il PIL del 92,5%. Il risultato è chiaro: mentre il debito delle economie avanzate è aumentato poco più del loro prodotto, il debito dei mercati emergenti è aumentato molto più rapidamente del PIL.

Le valutazioni per paese

A fronte dei numeri di sintesi gli analisti hanno messo a confronto il rapporto Debito e PIL pro capite per singolo paese per valutare l'indebitamento rispetto alle politiche monetarie e ai tassi di sviluppo. Tra i paesi più indebitati in rapporto al PIL pro capite troviamo ad esempio Grecia, Portogallo, Irlanda, ma anche il Giappone. Tra i meno indebitati: Arabia Saudita, Indonesia, Messico e ad esempio la Russia sotto pressione per il calo delle materie prime. Risulta evidente che i tassi di crescita economica saranno un punto chiave nel valutare i rischi crescenti sul debito nelle rispettive economie. La Cina ad esempio ha un tasso percentuale di indebitamento pari a quello statunitense (240%) ma con un PIL pro capite di ben 10 volte inferiore rispetto alla prima economia mondiale; rimane fondamentale per il governo cinese mantenere un alto tasso di sviluppo.

16 novembre 2015

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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