Pechino guarda già al 2035
Pubblicato il 05.11.2020
Oltre allo scontro a distanza, fin troppo acceso, che decreterà l'esito delle presidenziali statunitensi ormai davanti ad un bivio: la possibilità di un inasprimento delle relazioni internazionali del presidente Trump, qualora riconfermato, o le attese per un ritorno ai rapporti multilaterali di Biden, l'Europa guarda con attenzione alle indicazioni emerse a Pechino durante il V Plenum del XIX Comitato centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) di fine ottobre che nell'ordine del giorno prevedeva tra l'altro la presentazione del quattordicesimo piano quinquennale (2021-2025), oggetto di approvazione nel marzo 2021. L'incontro dei più alti vertici di partito mette ancora una volta al primo posto un'economia orientata all'alta crescita, mostrando all'esterno una società ormai ammodernata e pronta a nuove sfide nel rispetto del piano in scadenza nel 2020. Il governo guida il paese verso il ‘sogno cinese' che passando dalla ‘doppia circolazione', domestica ed internazionale, vara di fatto un cambiamento tra i più ambiziosi in ambito economico, culturale ed ambientale.
Cambiamenti, ma nella tradizione culturale socialista
In attesa dei dettagli del Plenum, sono i programmi in corso a dare il significato della crescita che Xi Jinping ha messo in cantiere e di cui ha fissato due date obiettivo, 2035 e 2049, quest'ultima è la ricorrenza dei 100 anni della nascita della Repubblica in Cina. Secondo quando dichiarato entro il 2035 dovrebbe essere reso disponibile il porto di Hainan, il più grande porto di libero scambio del paese; con questo progetto innovativo la Cina si candita a sviluppare molti cluster di porti di pari livello mondiale entro il 2050 con elevate capacità di servizio, basse emissioni di carbonio, minor consumo energetico, e logistica intelligente quale miglioramento del lavoro e dell'ambiente. In programma tra il 2021 e il 2035 è inoltre previsto un progetto che porterà al completo utilizzo di veicoli elettrici, settore che guiderà la trasformazione e il miglioramento dell'intera industria automobilistica cinese in ottica ambientalistica. Sul piano tecnologico, superato il 5G, la Cina ha già annunciato l'introduzione del sistema di navigazione satellitare BeiDou in risposta all'attuale sistema GPS, una tecnologia che sempre entro il 2035 porterà maggiori vantaggi in termini di fruibilità e sicurezza. Sul tema internazionale il governo cinese ha intenzione di rilasciare a breve termine il "China Standards 2035", una regolamentazione vera e propria che introduce nuovi standard sostenuti dalla Cina, e campionati a livello internazionale, per sviluppare la prossima generazione tecnologica, delle telecomunicazioni e di Intelligenza artificiale. Altri due punti di attenzione entro il 2035 vedono la Cina diventare leader mondiale nella ‘cyber power' e l'obiettivo di far divenire la Marina cinese la più grande del mondo.
Relazioni politiche complesse
Anche se gli orizzonti non sono di brevissimo termine è evidente che la politica di Xi Jinping si debba ritenere sicuramente di ampie dimensioni e che la ormai famosa ‘Via della Seta' sia solo un di cui, mentre è sempre più presente la volontà di investire nello sviluppo interno della nazione, nella condivisione di una cultura socialista, nell'estensione di servizi sociali ad una sempre più ampia area della popolazione. Se quindi l'Europa dal lato statunitense resta in attesa del voto, dal lato cinese, i paesi europei, che vedono messa in discussione la loro capacità di espansione economica, aumentano di numero. Pensiamo ai Paesi Iberici nel loro storico ‘insediamento' nell'America Latina, o per Francia, Olanda e Belgio in ampie aree dell'Africa ‘coloniale', e la Gran Bretagna nelle aree del Commonwealth, che sentono queste aree prese di mira da una Cina a caccia di risorse naturali, ma anche di ampi mercati di sbocco. La Germania stessa, che fino a poco tempo addietro era uno dei maggiori fornitori del mercato cinese e il più importante esportatore internazionale, si trova ormai a difendere le proprie aziende dai numerosi competitor asiatici. L'Europa, forse troppo concentrata sulle lotte partitiche in seno ai singoli paesi, sta perdendo tempo rimanendo ferma senza accorgersi dell'evoluzione delle due più grandi economie; è importante che il piano di investimento dei Recovery Funds vengano messi al lavoro al più presto e con obiettivi e leve di sviluppo adeguate.
5 novembre 2020
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.