Perché la FED fa paura al mercato
Pubblicato il 27.01.2022
C'erano tutti gli operatori del mondo finanziario ad ascoltare il presidente della FED Jerome Powell che nella conferenza stampa si è di fatto ‘rifiutato' di fornire chiarimenti sul ritmo degli rialzi dei FED Funds, dicendo che gli interventi della Fed saranno guidati solo dai dati macroeconomici. In questo caso ovviamente il mercato ha fatto riferimento a due elementi ampiamente fuori trend ovvero l'inflazione e i rendimenti reali negativi dei titoli sovrani. Negli ultimi tre mesi del 2021 l'indice dei prezzi statunitense PCE (Personal Consumption Expenditure – Consumi Personali) è aumentato del 6,5% rispetto al trimestre precedente; considerando l'intero 2021, l'indice dei prezzi PCE è salito del 3,9%. Allo stesso modo l'acquisto mensile della FED di titoli del tesoro statunitense ha permesso ai rendimenti di scendere a livelli storicamente mai visti: Treasury 10y sotto l'1% ad inizio 2021. Powell ha quindi riferito che ci sono gli spazi per aumentare i tassi di interesse dei FED Funds senza comunque danneggiare il mercato del lavoro e la crescita economica, secondo le indicazioni di un ampio consenso in seno al Comitato esecutivo FOMC; ha inoltre aggiunto che non si deve fare riferimento all'ultimo ciclo in cui i rialzi dei tassi sono avvenuti gradualmente, per il diverso stato dell'economia.
Dobbiamo essere ‘agili'
Il presidente Powell ha osservato che la FED non è l'unico ‘giocatore in città', poiché anche l'impulso fiscale meno positivo avrà un effetto ‘restrittivo' sulla crescita di quest'anno, contribuendo a contenere le pressioni inflazionistiche. Riguardo al bilancio della banca centrale, Powell non ha fornito molte più informazioni sostenendo che il FOMC sta solo iniziando la discussione sebbene il processo potrebbe iniziare a breve e procedere più velocemente dell'ultima volta. La reazione del mercato è stata immediata con i rendimenti dei Treasury in netta salita; il decennale è stato spinto vicino a 1,9%, mentre il 2 anni a 1,2% vede un rialzo dell'ultimo mese di circa 50 bps. Gli indici di borsa, in forte rialzo prima delle parole di Powell, hanno visto un netto ritracciamento con S&P500 e Dow Jones in chiusura negativa; si è salvato appena sopra la parità il Nasdaq +0,02% che ha però perso in un mese circa il 15%. Ad accentuare la volatilità dei listini la poca trasparenza delle indicazioni e la possibilità di interventi agili (‘to be nimble' secondo Powell) sottintendendo la necessità di essere incisivi nel caso l'inflazione si dimostrasse persistente. A questo punto il Comitato FOMC sembra deciso ad una riduzione accelerata degli acquisti netti di attività, ma anche allo smantellamento del bilancio FED.
Valutazione dell'indice S&P500
L'atteggiamento del presidente Powell è sembrato da un lato meno ‘comunicativo' del solito, con ampi temi da definire nel prossimo comitato del 15 e 16 marzo, dall'altro un ammonimento agli operatori che non devono prendere sottogamba i prossimi interventi della FED in virtù di un rischio legato alle prospettive di inflazione e al mercato del lavoro. Gli acquisti e la detenzione di titoli da parte della Federal Reserve rimangono fattori chiave per il regolare funzionamento delle condizioni finanziarie e del flusso di credito a famiglie e imprese; a questo si aggiunge il debito federale e le iniziative dell'amministrazione Biden che dovranno essere finanziate con l'approvazione del piano infrastrutturale. Riguardo al mercato azionario le indicazioni di consolidamento delle valutazioni con il P/E fwd12m dell'indice S&P500 sotto 20x sembrano in effetti raggiunte, mentre i titoli ad elevati multipli hanno visto correzioni sopra la media come il gruppo dei FAANGM (facebook, apple, amazon, netflix, google e microsoft) che da inizio anno ha visto scendere la capitalizzazione da 10,3 trilioni$ a 9,1 ovvero -11,6% rispetto a -8,5% dell'intero indice S&P500. Il ritorno ai fondamentali ci porta a verificare la capacità delle società di creare profitto rispetto alla normalizzazione dei rendimenti sovrani e di quanto il nuovo scenario possa incidere su Risk Premia e multipli di valutazione.
27 gennaio 2022
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.