Perché una correzione dei mercati finanziari?

Pubblicato il 09.02.2018

Perché una correzione dei mercati finanziari?

Ci sono molti termini, anche inglesi, che descrivono in questi giorni il movimento negativi di tutti i listini finanziari ed è quindi necessario fare una breve analisi di cosa sta avvenendo. In primo luogo è consolidata l'analisi dei tempi divergenti necessari alla crescita dei mercati azionari (bull market), normalmente costruita in un lungo periodo e definiti fase di Risk On, rispetto al periodo delle correzioni, che avvengono in tempi più ristretti (bear market) o di Risk Off, e di maggiore incisività sulle performance. Si deve inoltre aggiungere che gli investitori istituzionali tendono ad anticipare quasi simultaneamente il mercato retail, dotato invece di timing diluito, utilizzando in modo sistematico strumenti derivati sia a copertura che in modo speculativo. In queste ultime sedute abbiamo infatti assistito a picchi della volatilità misurati dal VIX - Chicago Board Options Exchange SPX Volatility Index che ci hanno riportato al 2008 salendo in velocità sopra 35 punti.

Le ragioni del ‘derisking'

Le ragioni di una correzione dei listini finanziari sono molteplici e combinate tra loro. La prima è quella geopolitica (situazioni di conflitto, trading commerciale, instabilità di governo, referendum ecc.), la seconda è macroeconomica, ovvero in avvio della fase matura del ciclo, con aumento inflattivo e aumento delle probabilità di recessione; ed infine quella finanziaria, con aumenti dell'indebitamento pubblico e privato, crescita delle rate impagate a fronte di tassi di interesse in aumento e incremento sopra le attese degli utili aziendali e prospettive future meno brillati; a questi si affianca ovviamente una precedente salita delle valutazioni degli asset finanziari. Ad innescare la correzione di questi giorni è stata l'impennata delle attese per l'aumento del rendimento del Treasury 10y americano a fronte di una ripresa dell'inflazione (ultimo dato sui salari orari statunitensi) e di una accelerazione dei rialzi della banca centrale FED; il cambio di scenario vede quindi una prospettiva di normalizzazione dei tassi di interesse a livello globale un po' più veloce dalla precedente stima.

Meglio affidarsi a gestori di fondi attivi

Dal punto di vista dei portafogli di investimento ci sono due aspetti importanti da valutare: a) per effetto della mancanza di rendimento sulle obbligazioni di qualità (es. Bund fino a 5y con rendimento negativo), gli investitori si sono orientati su attivi più rischiosi aumentando la sensibilità del portafoglio alla volatilità e alla minore liquidità di questi strumenti; b) eccessivo utilizzo di strumenti indicizzati che replicano l'andamento degli indici molte volte anche a leva. L'effetto è quello di impatti negativi sulle performance molto duri e ridotti nel tempo in caso di Risk Off sincronizzato degli operatori. Il tema più discusso è quanto una caduta dei mercati finanziari può contagiare l'economia reale e creare un circolo vizioso. L'esperienza del 2007/08 è stata molto significativa e solo l'intervento in massa delle banche centrali ha rimesso in carreggiata un ciclo economico sotto scacco dalla deflazione. L'attenzione si sposta quindi sulla progressività dei dati macroeconomici e alla reazione delle autorità monetarie. Nei portafogli, il ribilanciamento degli attivi e i nuovi budget di rischio devono tener conto di mutevoli scenari strutturali nelle curve dei rendimenti nei prossimi tre anni; in questo caso le analisi di selezione dei gestori attivi offrono opportunità nel riposizionamento.

9 febbraio 2018

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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