Petrolio, cosa c'è oltre il calo

Pubblicato il 15.12.2014

Petrolio, cosa c'è oltre il calo

La scelta dei paesi OPEC di non ridurre l'offerta di petrolio nel mercato sta ponendo una serie di riflessioni sul prossimo anno non solo in funzione dell'impatto macroeconomico, che favorirebbe la crescita a livello globale, ma anche delle opportunità dei mercati finanziari per la riallocazione degli investimenti del settore energetico che per un po' di tempo rimarrebbe riflessivo. Secondo il FMI il calo del 30% del petrolio dovrebbe aggiungere uno 0,8% del GDP dei maggiori paesi importatori, una buona dose di risorse da utilizzare in nuovi investimenti e consumi! L'improvviso cambio di trend energetico in effetti ha sorpreso gli economisti che sono rimasti sbalorditi dal crollo del prezzo del WTI passato in sei mesi da oltre 100$b agli attuali 60$b. Sono almeno tre i punti chiave per capire che tipo di mercato dell'energia avremo davanti: - a quale prezzo i paesi esportatori cercheranno di fissare un ‘floor' (livello minimo) per il petrolio, - con quale equilibrio tra consumi in calo e ampliamento della produzione (milioni di barili), e - quanto tempo ci vorrà perché questo equilibrio si manifesti (con una probabile selezione dei produttori). Il guanto di sfida lanciato dall'Arabia Saudita alle nuove tecnologie estrattive sembra già pesare molto sul mercato; l'Opec non è più disposto a fare da ammortizzatore e vuole stabilire fino a quale soglia di dolore i produttori di ultima generazione possono resistere; già alcuni analisti stimano escursioni di prezzo a 50$b o meno nei prossimi mesi. Sull'ammontare della domanda il tema è "chi" ci sarà a soddisfarla a prezzi così bassi … Infine i tempi di questa sfida: se la maggior parte del mercato pensa che questa fase sia comunque breve per effetto della stagionalità, ci sono esperti che non vedono questo contesto come una breve schermaglia, ma una competizione che prenderà molto tempo. Dal punto di vista finanziario ed economico in questo nuovo scenario, non si può che essere soddisfatti per avere un fattore produttivo chiave quale l'energia a buon mercato che confermerebbe un regime di inflazione bassa, maggiori spazi ai consumi e per molti settori un aumento della profittabilità; infatti gli Strategist di portafoglio, alle aziende del settore energetico sembrano preferire ancora quelle dei Consumers Discretionary, almeno fino a maggiori chiarimenti sulle intenzioni dell'Opec, poi si ricomincerà a ragionare sui fondamentali: valutazioni e prospettive di utile.

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