PIL italiano +0,3%: fine della recessione!
Pubblicato il 14.05.2015
E se fosse l'Italia la vera sorpresa positiva del 2015 e anche del 2016?
Il dato di crescita del PIL italiano di + 0,3% nel primo trimestre del 2015 si stampa sui video nelle sale finanziarie operative e mette di buon umore i rialzisti, dopo il dato positivo della Francia + 0,6% e della Spagna + 0,9%. Era iniziata male la comunicazione dei primi risultati: una Germania al palo con un deludente + 0,3%, condizionata sicuramente delle difficili relazioni commerciali con la Russia. Che qualcosa negli ultimi mesi sia cambiato sulla visibilità del Bel Paese è ormai assodato e non è solo per l'Esposizione Mondiale a Milano; è vero che l'EXPO è diventato un grande affare non solo mediatico, ma sono in realtà gli ingenti capitali affluiti negli ultimi dodici mesi sul mercato finanziario domestico: si stimano oltre 50 mld di Euro. Anche nelle più importanti televisioni internazionali, specializzate sui temi finanziari, è tornato l'aggiornamento dell'indice FTSE MIB tra i mercati azionari: da anni era proprio scomparso.
Le stime virano al rialzo
Gli investitori internazionali sono positivi sull'Italia. La loro ipotesi è semplice e condivisibile: il paese è in netto ritardo rispetto alle altre economie dell'area Euro nonostante il permanere di fattori positivi quali la svalutazione dell'Euro, il ribasso dei costo di finanziamento ed il calo del prezzo del petrolio, fattori che in alcuni casi potrebbero essere ancora più incisivi sui conti italiani. Nelle analisi macroeconomiche di consensus, la proiezione di rialzo del PIL italiano vede per il 2015 una crescita di + 0,5% e per il 2016 un + 1%, stime ritenute troppo prudenti dagli analisti finanziari che prevedono numeri più interessanti: + 0,7% per l'anno in corso e + 1,7% per il prossimo, dati che esprimerebbero un sostanziale avanzamento nella chiusura del gap generato negli ultimi anni.
Nel segno delle riforme
Il timing delle riforme risulta perfetto: una situazione ormai non troppo negativa che mette in circolo una fiducia insperata, e neppure un risultato eclatante su cui "accomodarsi". Le case di investimento internazionali citano con attenzione le riforme del governo italiano come ad esempio quella sul mercato del lavoro (Jobs Act), la riforma delle grandi banche popolari (conversione in Spa) e quella del sistema elettorale (Italicum); ora il completamento del programma è fondamentale e passa soprattutto dal ‘depotenziamento' del Senato, dalla riforma sui NPL (non performing loans) in pancia alle banche, che aiuterebbe il sistema del credito, e la tanto sospirata riforma fiscale sulla revisione dei costi con un bilancio più orientato alla crescita.
La BCE guida la liquidità
In un precedente articolo "Anche l'Italia può Brillare" del 23 febbraio scorso, facevamo riferimento al clima positivo che la banca centrale (BCE) avrebbe creato con l'avvio del Quantitative Easing; a distanza di quasi tre mesi non possiamo che constatare i primi risultati positivi; sapendo che il programma espansivo continuerà fino al settembre 2016, non possiamo che sentirci partecipi della positività delle analisi degli investitori internazionali guardando ai prossimi dati italiani.
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
15 maggio 2015
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.