Politica monetaria e Obbligazioni

Pubblicato il 28.04.2017

Politica monetaria e Obbligazioni

Nella conferenza stampa, dopo la decisione della Banca Centrale Europea, BCE, di lasciare immutate le indicazioni di politica monetaria, il presidente Mario Draghi enumera i dati postivi macroeconomici raggiunti dal 2011 ad oggi (ovvero dal suo insediamento a Francoforte), ribadendo quanto sia stata efficace la sua iniziativa nel processo di recupero strutturale. I dati evidenziati riguardano innanzitutto l'inflazione ritornata sul target del 2% ad inizio anno anche se ora rientrata all'1,5%, e della battuta d'arresto dei timori deflattivi. Il secondo è quello del tasso di disoccupazione che nella zona Euro è sceso al 9,5%, e che sebbene molto alto rispetto agli Usa, è rientrato dall'oltre 12% di inizio 2013.

Cresce la fiducia nell'Area Euro

A confortare la buona tenuta della ripresa economica l'ulteriore rialzo dell'indicatore Flash PMI Composite della Produzione dell'Area Euro di aprile a 56.7 punti (56.4 a marzo) con il valore record da 72 mesi. Sia nel settore manifatturiero che nel terziario la crescita si è dimostrata in accelerazione toccando il valore più alto da aprile 2011, con il settore industriale che registra da tempo un tasso di espansione più rapido rispetto al terziario. In questo contesto ci si aspetta un miglioramento dei conti societari e un calo progressivo dei tassi di default. I dati più interessanti sul tema default a livello globale potrebbero proprio arrivare dai settori più penalizzati negli ultimi anni quali come quello petrolifero in Usa e dei Materials.

Il messaggio di Draghi al mercato

Ma perché Mario Draghi ha sottolineato in modo accentuato la progressione di dati macroeconomici positiva? In realtà le indicazioni macro indicherebbero una visione meno espansiva della politica monetaria di cui il Presidente della BCE vuole prepararne il campo, anche se sappiamo che potrebbe partire solo da inizio 2018. Draghi vuole sottolineare che la politica monetaria rimane un forte sostegno ai cambiamenti politici su cui l'Europa si sta confrontando tra avanzate di movimenti anti-europeisti e Brexit. Infine il Presidente della BCE sta pensando ad un'uscita strutturata dal suo mandato di otto anni che si concluderà a fine ottobre 2019; ci sono comunque parecchi temi sul tavolo a partire dalla solidità del sistema bancario e del suo pieno controllo.  

Portafoglio obbligazionario

Le prospettive positive a livello macroeconomico e l'atteggiamento meno espansivo delle banche centrali potrebbero in realtà trovare un mercato troppo ottimista sulle obbligazioni? …e quanto potenziale ha ancora questo comparto da offrire? Nonostante le obbligazioni a spread (Corporate e High Yield) abbiano fatto molto bene nell'ultimo periodo, i gestori rimangono convinti che in realtà non ci si deve aspettare significativi guadagni sui loro corsi, tuttavia ci sono ancora obbligazioni societarie che offrono potenziali di rialzo del prezzo, soprattutto nella gamma di rating B fino a CCC. In gran parte dell'universo investibile le " Rising stars", ovvero le aziende in grado di migliorare il loro rating di credito a Investment Grade, offrono evidenti potenziali di ritorno. Non si deve dimenticare inoltre il livello di rendimento relativo nei confronti dei titoli sovrani che rimangono per esempio in Europa per gran parte a rendimento negativo. In ultima analisi si riscontra una domanda crescente di questa classe di attivo atta ad ampliare la diversificazione e mantenere un bilanciamento del portafoglio; utile comunque utilizzare fondi a gestione attiva con un gestore capace di selezione gli emittenti più promettenti.

28 aprile 2017

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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