Primo trimestre positivo per gli investitori
Pubblicato il 04.04.2017
La positività già riscontrata nella parte finale dello scorso anno non ha mancato di premiare la coerenza degli investitori con quotazioni in rapida ascesa e nuovi massimi storici su molti listini azionari. Le brillanti performance del primo trimestre, sono state giustificate dal trend positivo dei dati macroeconomici che hanno dimostrato la buona tenuta sia per i consumi globali che dei tassi di inflazione con l'uscita di scena delle preoccupazioni "deflazionistiche" risultate difficili da combattere. Infatti la ripresa delle materie prime da un lato e il miglioramento dell'occupazione a livello globale dall'altro hanno riportato in luce una ripresa dei prezzi al consumo, ravvisata dal progressivo miglioramento degli indici di fiducia. Da inizio anno l'indice azionario globale è salito di quasi il 5% (in valuta locale) e quello dei paesi emergenti dell'8,6%.
Delusi i ribassisti
In questo clima ha comunque posto risalto l'andamento del mercato obbligazionario che al contrario delle nefaste previsioni di accelerazione dei rendimenti, e conseguente calo dei corsi per le lunghe duration, si è rivelato resiliente con rendimenti che sono ritornati ai livelli di metà novembre, data che aveva segnato la vittoria alle elezioni statunitensi del presidente Donald Trump. In realtà era stata una lunga schiera di Strategist di portafoglio a sottolineare una necessaria normalizzazione dei rendimenti a fronte del rialzo dei tassi di interesse della banca centrale statunitense, poi puntualmente avvenuti nei mesi di dicembre e marzo per complessivi 50 punti base. Le performance da inizio anno vedono l'indice globale dei Bond Governativi (Merrill Lynch) in parità, mentre molto positivo l'indice dei governativi emergenti EMBI+ Emerging Markets Bond index con una performance di +4,2%.
Strategia per i prossimi trimestri
Mentre per i mercati azionari le attese ora sono rivolte all'esito della cosiddetta stagione degli utili, in un clima di posizionamento neutrale nei portafogli, nei commenti dei gestori obbligazionari si trova una nota di prudenza; le indicazioni vedono i titoli di Stato mantenersi comunque ‘costosi' con rendimenti relativamente bassi per avanzare un significativo aumento dell'esposizione sulle scadenze più lunghe; inoltre gli spread sulle obbligazioni di credito risulterebbero ristretti e sarebbe imprudente aggiungere rischio, soprattutto quando gli investitori a reddito fisso ne risultano già in sovrappeso.
Rimane l'attenzione alle banche centrali
Il mercato sembra quindi rimane senza direzione, con piccoli episodi di volatilità per le diverse indicazioni geopolitiche e di affanno dell'amministrazione di Trump. Anche le indicazioni che prevedevano un'accelerazione del processo di ‘tapering' della BCE a fronte di dati in rialzo per l'inflazione sembrano comunque premature e questo mantiene positivo il flusso di investimenti sui corporate europei nel quale segmento la maggior parte degli investitori da tempo cerca ritorno. Se quindi sono in molti a ritenere oggi meno appetibile il mercato obbligazionario emergente, dopo le ottime performance, il settore con più interesse rimane quello dei bond del settore finanziario dopo il costante sforzo delle banche di rientrare in gioco con la pulizia dei bilanci.
4 aprile 2017
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.