Prospettive per gli utili USA

Pubblicato il 25.10.2021

Prospettive per gli utili USA

La stagione degli utili negli Stati Uniti entra nel vivo, in arrivo i report societari dell'andamento del terzo trimestre. Le analisi risultano come sempre molto attese sia per la verifica delle previsioni passate, ma soprattutto per le nuove stime che tratteggeranno il trend per i prossimi dodici mesi. Intanto i dati prospettici, dopo un quarto dei report consegnati per capitalizzazione dell'indice S&P500, segnalano due effetti contrapposti ovvero il primo riferito alla crescita degli utili di circa il 30% sul terzo trimestre 2020, il secondo, più sorprendente, riguarda il calo di oltre il 5% dei profitti del secondo trimestre 2021. In effetti stiamo assistendo ad uno scenario in piena evoluzione, con un ottimo rimbalzo della crescita economica a seguito dell'accelerazione delle vaccinazioni, e ad una estesa iniezione di fiducia estiva. Settembre ha comunque visto una revisione importante dell'atteggiamento delle maggiori banche centrali, pronte a tagliare l'eccesso di liquidità immessa a fronte dell'emergenza pandemica; l'avviso dei banchieri arriva anche a seguito di una vistosa salita dei prezzi di materie prime e prodotti energetici capaci di spingere i tassi di inflazione al consumo ancora per qualche tempo.

Pressione di costi e tempi di consegna

Sul tema utili, la possibile revisione prevista nel trimestre estivo rispetto al dato primaverile sembra avere una serie di ragioni: approvvigionamenti lenti con un'inefficienza produttiva, aumento generalizzato del costo del lavoro, allarme Covid non completamente risolto, aumento dei costi dei trasporti e di materie prime e semilavorati. Questi fattori detrattivi sembrano pesare sui bilanci societari in modo diverso rispetto alla capacità delle imprese di scaricare i maggiori costi sui ricavi senza perdere quote di mercato. Si tenga presente che un aumento continuativo dell'inflazione al consumo comporta una perdita del potere d'acquisto dei salari fissi, una riduzione quindi della spesa in generale e in particolare dei consumi più discrezionali. Al di là comunque del tema generale del ‘pricing power' delle società rimane una distorsione della spesa che in questo momento sembra avvantaggiare il settore Energy.   

Valutazioni azionarie

Con la rapida discesa del 4,8% di settembre, a fronte di una crescita attesa dei profitti, l'indice S&P500 si è posizionato ad un rapporto P/E fwd 12m di 20,5x rispetto a 22,6x di inizio anno; di fatto la ripresa dell'indice in ottobre ha già riportato il rapporto a 21x e la performance da inizio anno a +22,8%. La ripresa dei rendimenti dei governativi statunitensi, con stime che mostrano politiche monetarie meno espansive e inflazione crescente, indicherebbe un ulteriore ridimensionamento dei multipli di valutazione P/E - sotto 20x in avvicinamento alla media a 5 anni di 18,3x - con un consolidamento del mercato nei prossimi mesi: una verifica sulla ripresa dei profitti nel nuovo scenario monetario, in favore di una risalita dell'indice nel 2022. Ad incidere in modo sostanziale ci sono le analisi sui maggiori titoli del listino identificati come FAANGM (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google, Microsoft) che rappresentano il 25% della capitalizzazione dell'intero S&P500. Il trend di discesa vede il gruppo dei FAANGM passare da un P/E fwd12m di 44,7x di 12 mesi fa a 40,4 ad inizio 2021 e gli attuali 35x, con una capitalizzazione passata comunque da 7800 mld$ di inizio anno agli attuali 9.300 mld$. Il trend di riequilibrio tra titoli Value e Growth sembra poter continuare; in termini di valutazioni P/E fwd12m le US Large Cap Growth risultano a 31,3x rispetto a US Large Cap Value a 16,0x; sempre in termini comparativi l'European Equity risulta a 15,0x, Japan Equity a 14,9x e Emerging Markets a 12,8x.  

25 ottobre 2021

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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