Quanto vale la Moneta Cinese Yuan?

Pubblicato il 04.09.2015

Quanto vale la Moneta Cinese Yuan?

La svalutazione valutaria in Cina negli ultimi giorni di agosto ha gettato un grosso sasso nello stagno estivo del mercato finanziario tale da far salire la volatilità intraday a livelli che non si vedevano dal 2011. La stampa è tornata a parlare di ‘guerra delle valute' mentre gli investitori hanno cercato nei fondamentali le loro scelte di gestione affidandosi alle prospettive tutto sommato rosee dell'economia globale. Le tensioni erano in corso da qualche tempo per l'estenuante caduta dei listini azionari cinesi, mentre si erano acuite in seguito al calo di fiducia sull'economia orientale invadendo tutti i mercati internazionali. Le preoccupazioni sono state al momento arginate dagli interventi della banca centrale PBoC (People Bank of China): il tasso di cambio tra dollaro Usa e Yuan sembra ora stabile sotto 6,4 mentre i mercati finanziari sono tornati a scommettere sui tempi del rialzo della FED con il recupero del dollaro.

Guerra valutaria dalla Cina?

La domanda degli investitori è: "Il calo dello Yuan rispetto al dollaro statunitense è stato sufficiente o ci si devono attendere altre svalutazioni?" In effetti la perdita di valore della moneta cinese si è dimostrata limitata al 4% e questo lascia aperti alcuni dubbi sugli effetti reali rispetto ad eventuali obiettivi politici. In verità se le autorità cinesi avessero pensato ad un rilancio di crescita economica ed aumento delle esportazioni da attuare con il tasso di cambio, il calo doveva essere più marcato nella misura di oltre il 10%. Gli interventi della PBoC a sostegno della sua moneta escluderebbero quindi una strategia di svalutazione se non estremamente controllata. Bisogna anche sottolineare che in questi anni è molto cresciuto l'indebitamento privato in valuta forte, quale il dollaro Usa, e questo porterebbe problemi sui rimborsi.

Tattica premonitrice

Gli analisti per rispondere indirettamente alla domanda sottolineano che la Banca Internazionale dei Regolamenti (Bank of Interna-tional Settlements) stima una sopravalutazione dello Yuan di oltre il 30% rispetto ai suoi partner commerciali e alle valute più ‘costose' tra i 60 paesi più importanti. In effetti aggiungono che storicamente la Cina ha saputo giocare con attenzione il ruolo della sua moneta a livello internazionale. Prima della crisi del 2008 il governo ha mantenuto basso il valore dello Yuan per sostenere la competitività e aumentare le proprie riserve valutarie. Dopo la crisi finanziaria si è assistito ad un lento e graduale apprezzamento contro dollaro, da 6,8 fino a 6,05 di inizio anno, trascinato dall'espansione economica e dall'aumento del credito, quale potenziale moderatore di un surriscaldamento indesiderato. Negli ultimi due anni la situazione economica internazionale è cambiata, con il calo dell'Euro, la debolezza di mercati emergenti e la caduta dei prezzi delle materie prime, ingenerando importanti variazioni nel livello dei cambi. Il sostegno, dopo l'apprezzamento dello Yuan, potrebbe essere oggi divenuto un impegno monetario eccessivo per l'economia cinese degli ultimi quindici mesi.

Prospettive sui mercati a breve ancora incerte

Gli analisti sono convinti che sarà il decoupling di politica monetaria ad indurre la successiva svalutazione dello Yuan in virtù di due politiche monetarie opposte, la FED orientata alla normalizzazione al rialzo dei tassi di interesse e la PBoC che continuerà nella sua politica accomodante. Le attese vedono gli interventi della banca centrale cinese dare spazio ad una maggiore flessibilità del tasso di cambio sebbene con un monitoraggio continuo. La valutazione stessa per l'ingresso della moneta cinese nel paniere delle valute convertibili del Fondo Monetario Internazionale è stato spostato al prossimo anno e questo sembra sostenere la tesi di un processo di ulteriore aggiustamento nei rapporti valutari, anche alla luce delle prossime scelte della FED. Quindi se a medio termine le prospettive rimangono positive, in mano alle banche centrali, la visione a breve termine rimane più incerta e la direzionalità dei mercati affidata alla capacità di mantenere alta la fiducia degli investitori.

4 settembre 2015

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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