Rendimenti obbligazionari senza bussola
Pubblicato il 30.11.2017
I tempi sono ormai maturi e nei prossimi giorni di dicembre avremo modo di leggere le indicazioni degli strategist di portafoglio sulle previsioni nei mercati finanziari del 2018. Possiamo intanto appellarci ad alcune regole che ci hanno da sempre aiutato nella composizione dell'asset allocation ovvero del posizionamento dei nostri investimenti e che derivano da relazioni e correlazioni sedimentate che possono offrire stime di trend. Tra queste possiamo menzionare quello del ‘More growth, dearer money' ovvero in un'economia in crescita il denaro risulterà più caro. Infatti quello che sta avvenendo negli Stati Uniti è proprio un programma di rialzo dei tassi di interesse da parte della FED a fronte di una buona ripresa dell'economia rappresentata innanzitutto dal forte arretramento del tasso di disoccupazione. Il recente aggiornamento vede il PIL statunitense del terzo trimestre toccare +3,3% su base annua. Eppure l'altro tema molto inerente alle regole è quello del tasso di inflazione ‘addomesticato' che in un'economia come quella degli Usa, dove i consumi sono in ripresa, non offre particolari indicazioni ai rendimenti obbligazionari di lungo termine.
Economia globale con crescita sincronizzata
In una visione globale possiamo inoltre sottolineare che siamo all'interno di una fase del ciclo con un ritrovato sincronismo nella crescita economica e di rafforzamento del commercio internazionale. Secondo gli analisti, fatto salvo una grave crisi geopolitica, si ritiene che la crescita globale rimanga virtuosa anche nei mesi a venire e addirittura possa accelerare. I fattori di crescita che si riferiscono alla dinamica positiva di occupazione e salari in combinazione con ulteriori spinte fiscali, trova ad ostacolo il pronunciamento di un lento processo di politica monetaria meno accomodante con future condizioni del credito più restrittive, a fronte di un moderato aumento dei prezzi delle materie prime. Questo ultimo elemento porterebbe ad ipotizzare un evidente convergenza del ritmo di espansione del ciclo economico tra paesi avanzati ed emergenti.
Curve dei rendimenti in appiattimento
I rendimenti obbligazionari vedono quindi in un'ultima gamba di un ciclo lunghissimo di ribasso? Secondo gli analisti mancherebbe ancora un segnale ovvero quello della mancata crescita dell'inflazione. Perché le banche centrali dovrebbero accelerare i tempi su un rialzo dei tassi quando l'economia sembra avanzare in perfetto equilibrio. Una seconda ipotesi che i gestori del portafoglio obbligazionario avanzano è che il periodo del New Normal (proiezione prolungata di tassi di crescita economica sotto la media storica) possa proseguire ancora molto nel tempo a causa di un mutamento strutturale nei tassi di produttività a causa della tecnologia. In questo caso si ipotizza che le curve dei rendimenti tenderanno ad appiattirsi ulteriormente in un mercato dove i tassi di lungo termine si muoveranno in un range ridotto, mentre la volatilità sarà relegata sui tassi di breve termine.
30 novembre 2017
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.