Ribilanciamento tra Usa, Europa e Asia

Pubblicato il 05.10.2016

Ribilanciamento tra Usa, Europa e Asia

I fronti caldi per i prossimi mesi vedono una serie di eventi non solo legati alla politica monetaria; sui tassi di interesse è aumentata la probabilità che la Fed proceda con un rialzo a dicembre, fatto che il mercato sembra aver in parte scontato. Sono invece le intenzioni della BCE e la possibilità di un ‘tapering' stile statunitense ad essere oggetto di discussione. Gli operatori sono preoccupati che alla scadenza del Quantitative Easing nel marzo 2017 venga introdotto un piano di diminuzione degli acquisti di 10 mld al mese fino ad esaurimento. Le voci sono state comunque smentite dal governatore della BCE, Mario Draghi. In Europa inoltre il Primo Ministro britannico Theresa May ha fissato l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea entro marzo del 2017.

La stagione degli utili in Usa

I gestori di portafoglio restano ottimisti per il mercato finanziario statunitense che vede una compensazione dell'aspetto relativamente negativo del restringimento monetario con una stima migliore dei profitti attesi. Le previsioni di utili per il terzo trimestre sarebbero leggermente migliori rispetto alle stime precedenti. La variazione positiva metterebbe fine al calo che aveva visto una serie di cinque periodi negativi. Le più recenti indicazioni definirebbero quindi la fine della ‘crisi dei profitti' e l'inversione di un trend.

L'Asia, mercato emergente più attrattivo

In uno scenario, tra il possibile rialzo dei tassi in Usa e le complicazioni in Europa, i gestori realtà hanno iniziato a far crescere il peso delle azioni asiatiche in portafoglio anche per la presenza di segnali di stabilizzazione economica dell'area e delle valutazione relativamente attraenti. Nel quadro economico sono riflessi sia i miglioramenti dei profitti societari che il rimbalzo dei settori delle materie prime, sostenuti dalla stabilità del dollaro Usa. Gli analisti sottolineano che le valutazioni relative vedono i mercati asiatici più interessanti rispetto a quelli delle altre regioni; inoltre le economie asiatiche risulterebbero meno vulnerabili ai rischi di una politica di restringimento della Fed data la loro minore dipendenza dalle esportazioni.

5 ottobre 2016

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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