Scatta l'inflazione post Covid

Pubblicato il 13.05.2021

Scatta l'inflazione post Covid

Con l'accelerazione delle vaccinazioni anti Covid, gli operatori finanziari hanno spostato la massima attenzione ai report macroeconomici ed in particolare ai dati di inflazione. Uno tra i numeri più attesi negli Stati Uniti è stato proprio l'indice CPI, variazione dei prezzi al consumo, che trova ad aprile un balzo avanti di + 4,2%, contro un consensus di +3,6% e un +2,6% a marzo, valore ai massimi dal 2008. A conferma di una ripresa globale degli scenari inflazionistici si segnalano in Cina i prezzi alla produzione, aumentati ad aprile del 6,8% su base annua, dal 4,4% nel mese precedente, sopra le aspettative del 6,5%; si tratta del quarto mese consecutivo di aumento dei ‘prezzi di fabbrica', il ritmo più alto dall'ottobre 2017, tra costante ripresa della produzione interna e aumento dei costi delle materie prime. I maggiori rialzi hanno visto infatti l'atteso rialzo dei settore estrattivo a +24,9% vs 12,3% precedente. In questa logica, e in qualità di esportatore principale nel mondo, la Cina ha ormai abbandonato il suo carattere deflazionistico internazionale, diventandone invece parte di una ancora più forte domanda. In fase meno dinamica il tasso di inflazione sui consumi a +0,9% annuo, anche se la lettura cinese risulta la più alta più alta dal settembre scorso, guidata principalmente da trasporti e comunicazioni a +4,9% rispetto a +2,7% precedente.

Finanziarizzazione delle riserve di valore

Prezzi più alti rispetto all'indice di inflazione: in effetti ‘aumento dei prezzi' e ‘inflazione', secondo gli economisti non sono sinonimi. I prezzi di un bene potrebbero aumentare per un'interruzione dell'offerta, senza per questo influenzare altri prezzi, o al contrario, se sono le condizioni generali, come stimoli fiscali e monetari a generare inflazione, la ricaduta vede un'ampia gamma di beni a prezzi più alti. Dobbiamo anche sottolineare che il crescente utilizzo della tecnologia, ad impatto diretto sulla produttività, ha svolto una funzione moderatrice sui prezzi e di aumento della competitività dimostrando un prolungamento e più linearità di crescita nel lungo ciclo economico. Alcuni scatti di prezzo, riferiti a situazioni contingenti tra approvvigionamento di beni ed erogazioni contingentate di servizi, hanno poi trovato una rimodulazione dell'offerta capace di normalizzarne i valori di medio termine. In termini finanziari, anche limitati aumenti dei prezzi possono influenzare l'asset allocation tattica e le preferenze settoriali. Nel modello classico l'inflazione può avere impatti diversi sui portafogli rispetto a classi di attivo e settori che si dimostrano ‘riserve di valore', così come beni reali, immobili, e risorse naturali; a questo ha contribuito la finanziarizzazione degli strumenti più utili a beneficiare di questi movimenti di prezzo fuori trend.

Politica Monetaria

Gli analisti finanziari segnalano che l'atteggiamento delle banche centrali sia comunque cambiato. In questi periodi di volatilità dei prezzi, il tema rendimenti nominali implica che la Fed probabilmente si dimostrerà più lenta rispetto al passato prima di spingere in alto i tassi a fronte all'aumento dell'inflazione. Due importanti sviluppi dovrebbero aver luogo prima che la Fed consideri un rialzo dei tassi: primo, l'indice dei prezzi core per le spese per consumi personali (PCE), l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, dovrebbe rimanere sopra il target del 2% per un periodo prolungato. L'attuale superamento dell'inflazione potrebbe essere infatti guidato da fattori transitori, legati alla situazione Covid. Serviranno quindi conferme sulla persistenza delle dinamiche disallineate tra domanda e offerta. In secondo luogo, sarà un'eventuale spirale di salita tra prezzi e salari, dettata dal comportamento di consumatori ed imprese, che potrebbe fungere da fattore trainante e potenzialmente far accorciare i tempi per un possibile rialzo.

Asset Allocation

Dati macroeconomici disallineati alle attese generano volatilità e rotazione nei portafogli; è importante comunque confrontare la propria strategia di asset allocation in un orizzonte temporale orientato dagli obiettivi di investimento. Le aspettative di un'inflazione crescente, e rendimenti obbligazionari in risalita, stanno portando ad un cambiamento nella leadership del settore azionario. I titoli Growth hanno nettamente sovraperformato, dopo la crisi finanziaria (GFC - Global Financial Crisis), e gli investitori hanno iniziato a ruotare i portafogli verso le azioni più cicliche e Value, tema che con le stime di crescita economica in ascesa ci si attende prosegua. L'irripidimento della curva dei rendimenti presenta una situazione favorevole ai finanziari, mentre una selezione di titoli capaci di ricaricare i costi crescenti potrebbe beneficiare degli stimoli fiscali in un contesto di solida crescita globale. L'aumento dell'inflazione può essere particolarmente pesante invece alle obbligazioni a tasso fisso, aggravato dai rendimenti attuali storicamente bassi. Se in generale, aspettative di crescita economica più elevate sostengono le obbligazioni societarie, lo spazio potrebbe ridursi con un aumento dell'inflazione crescente e persistente, fino ad erodere parte dei corsi nonostante il maggior flusso di reddito. Storicamente obbligazioni a bassa duration e indicizzate all'inflazione hanno offerto una protezione al portafoglio in questo scenario. Sono quindi importanti i prossimi dati rilevati per stimare quanto l'inflazione si rivelerà transitoria, sia in termini di tempo che di ampiezza dell'escursione.

13 maggio 2021

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

Tutti gli articoli
Le opinioni espresse riflettono unicamente il punto di vista dell'autore. Qualora i contenuti di questo Blog facessero riferimento a prodotti o servizi finanziari si invitano gli utenti prima dell'adesione a leggere attentamente prospetti e documentazione sul sito www.investmentrunner.it e delle case di investimento a cui i prodotti siano riferibili.
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
Investment Runner ti aiuta a investire meglio