Seconda parte del 2017: cosa consigliano i Money Manager
Pubblicato il 15.06.2017
Nella recente Tavola Rotonda Virtuale della community di R&CA, riservata ai professionisti finanziari, i money manager ospiti del confronto hanno portato in discussione proiezioni diverse sia in ordine agli aspetti macroeconomici, strettamente correlati ai possibili movimenti dei mercati finanziari, sia sulle valutazioni delle varie classi di attivo che costituiscono i relativi portafogli di investimenti. Il tema delle attese macroeconomiche è stato sottolineato per la maggior parte (due terzi) con previsioni di moderata crescita in termini globali, in un ciclo economico sicuramente più avanzato per gli Stati Uniti, mentre rimangono in ombra i maggiori paesi emergenti come la Cina che comunque sembra aver superato il momento critico. Bene l'opinione generale sull'Europa che mostra un significativo e sostenibile recupero e per un Giappone sostenuto da politiche monetarie super espansive.
L'incertezza Usa per le promesse espansive di Trump
Le maggiori economie sviluppate segnalano comunque un avvicinamento della maturità del ciclo economico, almeno dai dati strutturali della disoccupazione a livelli storicamente bassi: Stati Uniti 4,3% Germania 3,9% e Giappone 2,8%. In assenza di shock politici anche la seconda parte del 2017 dovrebbe comunque mantenere l'attuale trend, in attesa di un miglioramento anche per i paesi emergenti ancora troppo dipendenti dal commercio internazionale e dai prezzi delle materie prime. Bisogna comunque segnalare che un terzo dei money manager sostiene l'ipotesi di una seconda parte dell'anno con un rallentamento del momentum economico globale e aspettative di reflazione in diminuzione; sono già presenti nel mercato indicatori con i primi segnali di decelerazione guidati dalle attese di politiche monetarie di restringimento. In particolare sugli Usa rimangono i dubbi sulla capacità di Donald Trump di concretizzare le promesse riguardanti il taglio delle tasse e la spinta alla crescita con un incremento di investimenti in una situazione non particolarmente brillante del bilancio federale. Molto quindi sarà determinato dai dati macroeconomici e in primis dall'inflazione.
Ancora azioni, ma selezionate
Anche sul tema del portafoglio di investimento le conclusioni sono per un parziale ribilanciamento con preferenza ancora per le borse azionarie. Mentre i due terzi dei gestori rimane in sovrappeso sulle classi di attivo più rischiose (azionario e credito a spread), un quinto rimane neutrale privilegiando la parte azionaria del portafoglio mentre mantiene una cautela sulla possibilità che un ritorno di inflazione possa far ripartire la "normalizzazione" dei rendimenti e un movimento contrario a quello attuale che ha visto un appiattimento delle curve dei tassi con il differenziale tra tassi a breve termine e a lungo in forte contrazione. Solo una minoranza dei money manager dimostra invece cautela in parte per l'avvicinarsi del periodo estivo, tipicamente meno positivo per l'azionario, ma anche per il livello di valutazioni raggiunto dagli indici di borsa. I recenti movimenti di mercato stanno indicando che una gran parte dei gestori ha messo in programma una rotazione del portafoglio tra titoli cosiddetti ad alta crescita (Growth), in vendita e un riposizionamento verso quelli maggiormente difensivi (Value) con una buona presa di profitto. Sono infatti in molti a chiedersi se dopo i guadagni da inizio anno non sia opportuno capitalizzare le performance più elevate, e rimanere con un più di liquidità, magari in attesa di qualche ripensamento sulle prospettive e discesa del mercato.
15 giugno 2017
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.