Sim Card dei telefonini pronta per la pensione
Pubblicato il 21.09.2016
Che cosa succede se la classica Sim Card viene superata da una eSIM già installata nel dispositivo? L'idea era sul tavolo da tempo, eppure solo l'iniziativa di un grande colosso degli smartphone come Apple poteva confrontarsi con le più grandi compagnie telefoniche. Ma che cosa è una eSIM preinstallata: la scelta di un nuovo numero per il nostro smartphone ha bisogno dell'acquisto di una Sim Card (Sim sta per Subscriber Identity Module) presso uno degli operatori telefonici; questa piccola ‘card' consiste in un semplice microchip con una numerazione seriale, parametri di sicurezza (PIN, PUC ecc.) e capacità di storage, da inserire all'interno del dispositivo perché sia abilitato all'accesso in rete tramite un fornitore di servizi telefonici. La eSIM non ha invece bisogno di essere acquistata e attivata dall'operatore telefonico in quanto preinstallata dal costruttore all'interno del dispositivo, venendo meno della Sim Card.
Cambio del modello di business
Il primo produttore di smartphone che vuole spingere la eSIM è sicuramente Apple, che probabilmente la includerà nell'iPhone a partire dal prossimo anno. La eSIM sarà in grado di abilitare il possessore al passaggio da una rete di telefonia mobile all'altra attraverso il suo smartphone, semplicemente agganciando la rete locale convenzionata più efficiente e più conveniente: un valore non indifferente sia per il consumatore che per il produttore. E' quindi evidente che la eSIM ha la potenzialità di rivedere il modello di business e la ridistribuzione di valore delle società telefoniche Telco a livello globale. In primo luogo verrebbe meno la necessità di produrre le Sim Card; si deve aggiungere che comunque in questa prima fase gli analisti si aspettano un rischio moderato per la redditività delle Telco, in quanto le attuali disposizioni contrattuali rimangono vincolanti per i dispositivi in uso, ma il numero di nuovi prodotti vede ampi obiettivi di espansione.
I costruttori affilano le armi sul retail
Per molti aspetti le prospettive sono complesse da misurare anche perché si tratta di rivedere un modello consolidato che ha avuto una espansione formidabile negli ultimi anni. La distribuzione retail è in mano prevalentemente agli operatori di telecomunicazione che oggi propongono ai loro clienti contratti combinati in cui la spesa mensile prevede sia il finanziamento del dispositivo (smartphone, tablet, ecc.) che la connessione in rete, oltre alla possibilità di restituire i dispositivi e di sostituirli nel tempo con quelli più avanzati. Gli analisti pensano che questo modello di business possa essere a vario modo modificato, con il costruttore che convenzionato con più operatori telefonici abilitati nella eSIM preinstallata si potrebbe prendere anche il compito di poter finanziare i dispositivi al cliente finale. Le maggiori società interessate a questa novità, Apple, Samsung e Google, si stanno affrettando ad entrare nel mercato retail per sfruttarne le opportunità. Apple si potrebbe avvantaggiare visto che è stata la prima società tecnologica a lanciare i flagship store, spazi al servizio del cliente per promuovere il marchio e i suoi prodotti per portare l'esperienza del device direttamente al pubblico.
21 settembre 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.