Spinta UE col Recovery Fund

Pubblicato il 23.07.2020

Spinta UE col Recovery Fund

Dopo una lunga trattativa la Commissione Europea segna un meritato successo con l'accordo per la costituzione di un fondo comune da 750 miliardi di Euro - Next Generation UE - dedicato alla ripresa economica, in una delle fase più complesse dell'Unione Europea, caratterizzata dalla crisi sanitaria da Coronavirus e da una grave recessione economica. La pressione all'accordo dei paesi più rappresentativi della zona Euro, Germania, Francia, Spagna e Italia, ha prevalso sulla resistenza dei paesi ‘Frugali' (Paesi Bassi, Svezia, Austria, Danimarca) e di Ungheria e Finlandia, contrari non solo all'iniziativa che prevede ‘sovvenzioni' a fondo perduto per 390 mld Euro e prestiti di 360 mld Euro, ma anche sulle modalità di approvazione dei progetti finanziabili ed il controllo degli esborsi. L'opposizione, rappresentata in prima persona dal leader olandese Mark Rutte e condivisa dagli altri leader ‘frugali', ha da sempre chiesto condizioni più stringenti su importi e controllo, soprattutto per un bilanciamento tra l'impegno diretto ad approvare riforme strutturali e gli interventi di sostegno, tema che nulla aggiunge alla discussione se non una maggiore burocratizzazione del progetto, visti che ci sono condizioni già previste per i finanziamenti dell'UE a progetti di investimento locali.  

Frugali in difesa

L'accordo ha un'importanza storica perché condivide l'obiettivo dei paesi dell'Unione Europea di contrasto alla crisi pandemica, in gran parte superata o almeno sotto controllo, ma soprattutto alla recessione economica. Secondo i recenti studi della BCE - Banca Centrale Europea, il PIL stimato nell'area Euro vede per l'intero 2020 un calo dell'8,7% e una ripresa nel 2021 del 5,2%. La negoziazione ha lasciato spazio ai paesi Frugali di ottenere ulteriori riduzioni nei conferimenti (rebates: l'Olanda passa da 1,576 a 1,921 miliardi, la Svezia da 798 a 1,069 miliardi, l'Austria da 237 a 565 milioni, la Danimarca da 197 a 377 milioni; la Germania ha preferito restare ferma a 3.671 miliardi l'anno). Sebbene l'arma del ‘paradiso fiscale' nella trattative con il leader olandese fosse già stata sfoderata, i Paesi Bassi incassano un'altra richiesta esattamente all'opposto: un aumento della quota dei dazi doganali per merci verso la Ue dal 20 al 25%. Infine, è stato fissato il bilancio UE 2021-27 con un tetto massimo per i prossimi sette anni di 1074,3 mld di Euro.

Positivi riscontri per l'Italia

Tre importanti punti da sottolineare; a) le emissioni di titoli a carico dell'Unione Europea, per il finanziamento del Recovery Fund, aprono definitivamente la strada verso una mutualizzazione del debito pubblico comunitario, b) indipendentemente dall'utilizzo di ogni singolo stato, i progetti avranno un valore per l'intera UE, a partire dagli investimenti ‘Verdi' per almeno un 30%, infrastrutture digitali, salute e scuola; c) attorno al progetto Merkel – Macron si è costruita una consapevolezza più matura sul ruolo delle istituzioni europee e della loro importanza sul bilancio dei singoli paesi, così come lo è stato per gli interventi monetari della BCE. Per quanto riguarda i flussi in favore dell'Italia, le stime vedono complessivamente 208,8 miliardi di euro dal Recovery Fund, molti più dei 172,8 della proposta della Commissione Europea, con un calo dei sussidi da 81,8 a 81,4 miliardi, e una quota di prestiti molto più alta, da 90,9 a 127,4 miliardi.

23 luglio 2020

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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