Stati Uniti tra Scontri e Mercati Euforici
Pubblicato il 04.06.2020
Nel panorama finanziario, gli Stati Uniti rimangono senza dubbio un punto di riferimento e confronto inevitabile anche se la singolarità dell'assetto economico riporta periodicamente alla ribalta una differenza razziale e sociale marcata. Questo pone al centro il divario crescente tra economia reale e mercati finanziari che torniamo a sperimentare in questi giorni. Da Washington il presidente Donald Trump minaccia l'invio di "migliaia di soldati pesantemente armati" per le strade delle principali città coinvolte in scontri violenti tra polizia e manifestanti, nonostante il freno sull'ipotesi di emergenza da parte del capo del Pentagono Mark Esper. Le manifestazioni in risposta all'uccisione di George Floyd, durante il suo arresto a Minneapolis in Minnesota, si sono presto allargate a macchia d'olio nel paese in un moltiplicarsi di incidenti, scontri violenti e centinaia di arresti, tanto che in molte aree le autorità locali hanno imposto il coprifuoco. L'esplosione della rabbia arriva in un momento particolarmente difficile per gli Stati Uniti che oltre a 1,9 milioni di casi di infezione da Coronavirus e 100.000 decessi, vede una crisi economica in piena accelerazione.
Politiche di supporto alla crisi
Secondo le analisi finanziarie la pandemia da Covid-19 ha generato una grave crisi all'economia globale, ma anche provocato una risposta straordinaria: stimoli fiscali per un totale di oltre 8.000 mld UDS, da inizio anno 139 tagli dei tassi di interesse e interventi a mercato aperto con un'espansione dei bilanci delle banche centrali internazionali a sostegno della liquidità di mercato e del credito. La Federal Reserve statunitense FED è stata la prima banca centrale dei mercati sviluppati ad allentare la politica monetaria riducendo i tassi allo 0-0,25% e aumentando il proprio bilancio da 2,6 Trilioni di USD a 6,9 Trilioni in soli due mesi. Allo stesso tempo, il governo federale ha impegnato 2,7 Trilioni di dollari in stimoli fiscali (il 12,5% del PIL Usa). Il dibattito rimane comunque aperto per un nuovo round di stimoli, con i democratici che spingono per altri 3.000 miliardi, pari al 14% del PIL. Ad oggi il Ministero del Tesoro e la FED hanno fornito 2,3 Trilioni USD di prestiti al settore privato.
Listini azionari USA
L'attuale rally di Wall Street pone una questione sulle sue prospettive future vista l'indifferenza alle problematiche occupazionali, manifestazioni e scontri nel paese, attriti nelle relazioni cinesi e una pandemia in corso. Il mercato azionario sembra concentrato sul riavvio delle attività economiche globali e sul supporto monetario e fiscale. Il sentiment ha portato l'indice S&P500 a puntare i precedenti massimi in un rinnovato "ottimismo" per un prossimo vaccino contro il Coronavirus. L'insieme delle reazioni si è riscontrato anche nel prezzo del petrolio in netto recupero, anche sulle attese dei tagli della produzione previsti nella prossima riunione OPEC +.
Strategie degli Amministratori societari
Dobbiamo sottolineare che oltre un terzo delle società appartenenti all'indice S&P500, 180 su 500, ha deciso di non pubblicare le previsioni dei prossimi trimestri lasciando aperto un più ampio range di sorprese. In questa fase di incertezza la strategia degli amministratori a capo delle aziende vede l'applicazione di alcuni accorgimenti importanti rispetto alla precedente gestione. In primo luogo la detenzione o provvista di liquidità per avere un cuscinetto di ‘riserva'. Questo vede alcuni principali approcci ovvero un taglio dei dividendi e la sospensione di eventuali buyback; inoltre sono molte le società che si stanno avvantaggiando della liquidità generata dalla FED: da inizio anno le emissioni obbligazionarie di US Investment Grade Corporate Bond hanno superato i 1.000 mld UDS, rispetto a 540 mld dell'intero 2019. Infine l'alta concentrazione sulle attività di lavoro svolte in remoto; il problema del distanziamento in ufficio ha spinto le società ad introdurre o aumentare lo smart working con l'obiettivo comunque di aumentare la produttività.
Valutazioni superiori alla media storica
Uno dei temi che non convince gli Strategist è quello delle valutazioni con l'indice S&P500 ormai sopra i 3100 punti e la conclusione della ‘stagione degli utili' del primo trimestre (1T20) con un calo di profitti di oltre il 14% anno su anno. Le prospettive sul secondo trimestre non sembrano migliori; le analisi preventive prevedono nel 2T20 utili ponderati per azione di 191,7 mld USD, rispetto ai $ 335,2 mld USD nel 2T19, con un calo del 42,8%. Rispetto alle stime attuali l'indicatore prezzo/utili - P/E ratio forward four-quarter 2T20 – 2T21 per l'S&P 500 si proietta a 23,6x ampiamente sopra la sua media storica ventennale di 15,4x. La straordinarietà dell'attuale situazione mette in luce componenti settoriali dell'indice statunitense con un ampio divario di valutazione come ad esempio il P/E fwd Consumer Discretionary a 43,5x (17,9x media storica), Industrials a 24,9x (15,4x), ma anche Technology a 23,5x (19,2x). Questa ritrovata euforia ci riporta all'eccesso di fiducia e relativi flussi di investimento condizionati soprattutto dall'eccezionale supporto finanziario della FED e interventi già in parte programmati dal bilancio federale; sarà poi importante capire quanto questi supporti stimoleranno effettivamente l'economia reale che avrà tempi di risposta lunghi rispetto a quelli degli indici azionari.
4 giugno 2020
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.