Stili di investimento pronti ad una rotazione

Pubblicato il 30.10.2019

Stili di investimento pronti ad una rotazione

In questi giorni i rendimenti dei governativi di alto rating si sono riposizionati più in alto, mentre l'indice azionario statunitense S&P500 ha segnato nuovi massimi storici sopra i precedenti 3030 punti, + 21% da inizio anno; eppure in agosto, secondo i modelli calcolati dalla FED, le probabilità di una recessione a dodici mesi negli Stati Uniti erano aumentate in modo preoccupante.

Cosa è successo?

A guidare flussi di investimento e performance da settembre è stata la combinazione di alcuni nuovi elementi: le revisioni delle stime di crescita economica, gli indicatori di sentiment nei sondaggi dei manager, gli interventi monetari delle banche centrali e un primo accordo ‘fase uno' per un patto anti-dazi tra Cina e Usa. I risultati più evidenti sono stati: - la normalizzazione della curva dei rendimenti statunitensi, dopo il secondo taglio dei FED Funds (fine dell'inversione nella curva dei rendimenti dei Treasury statunitensi); - previsioni di crescita economica globale nel 2020 migliori rispetto a quest'anno (stime del Fondo Monetario Internazionale: PIL World +3% nel 2019 e +3,4% nel 2020); indici di ‘sorpresa economica' di settembre ai massimi da inizio anno (Citi Economic Surprise index); - aumento delle stime di crescita degli utili societari (Consensus S&P500: 164$ nel 2019 e 180$ nel 2020).

La preferenza sullo stile ‘Value'

Alla luce del nuovo scenario gli investitori statunitensi si sono riorientati sugli ‘stili di investimento azionario'; proprio da settembre, si è visto una prima ripresa dei flussi sulle Small Cap Usa rispetto alle Large Cap: le grandi capitalizzazioni negli ultimi dodici mesi avevano dominato il mercato lasciando al margine le società quotate a capitalizzazione minore. Inoltre gli investitori hanno posto la loro attenzione alle società con valutazioni più attraenti e utili sostenibili tipiche dello stile Value (il Russell 1000 Value Index a settembre è aumentato del 3,6% mentre il Russell 1000 Growth Index è rimasto invariato). Il cambio di prospettiva economica ha anche riportato una presa di profitto sui titoli obbligazionari cresciuti molto in agosto.

Più attenzione alla sostenibilità dei dividendi

Le Banche Centrali di Stati Uniti e Area Euro, FED e BCE, hanno riproposto una strategia espansiva che prevede l'immissione nei prossimi mesi di importanti flussi di liquidità e questo ha ridato vigore ai mercati finanziari, ma con importanti differenze. La prima riguarda la maturità di alcuni settori di business che hanno dominato la scena in questi ultimi anni ovvero quello delle BIG Tech, le mega aziende tecnologiche: per queste sembra ormai venir meno quel vantaggio ‘disruptive' che le aveva viste espandersi prepotentemente facendosi largo tra le società storiche più tradizionali; il settore tecnologico ha di fatto conquistato le prime posizioni nelle classifiche sia dei Brand che di Capitalizzazione, fino a poco tempo fa riservate alle società dei settori Industriali, Energia e Bevande. Ma la concorrenza nella piattaforme tecnologiche si sta infiammando, le barriere all'ingresso si sono abbassate e le aree di business allargate; pensiamo ad esempio ad Amazon che ha sviluppato ormai tutte le aree della distribuzione e-commerce ed è entrata nelle piattaforme entertainment invadendo lo spazio di Netfix. La seconda riguarda l'attenzione ai dividendi e alla loro sostenibilità: il 2019 si sta dimostrando un anno meno recettivo sulle IPO, offerte pubbliche iniziali degli ‘unicorni' (società growth, ad alta crescita e alto rischio, collocate con valutazioni di almeno 1 miliardo USD) dove si investe nelle future ‘star' del mercato. Con rendite obbligazionarie molto ridotte, la sostenibilità di utili e dividendi azionari nel lungo termine può offrire una soluzione alle esigenze di redditività del portafoglio mobiliare, a condizione di affidarci a gestori attivi ‘Value' che selezionino per noi società con un solido patrimonio, business consolidati e resilienza negli utili.

30 ottobre 2019

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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