Strategie di investimento per l'Estate

Pubblicato il 09.06.2015

Strategie di investimento per l'Estate

L'estate della ‘finanza' è stata normalmente vissuta come un periodo poco brillante; proprio i dati statistici hanno fatto vedere che il periodo tra fine primavera e inizio autunno è storicamente quello in cui i mercati azionari sono stati meno brillanti, da qui il detto "Sell in May and Go Away …". I gestori che hanno messo ‘fieno in cascina' tendono a mettere il portafoglio a riposo abbassando i rischi durante un periodo dove i volumi si contraggono e nelle sale operative si fa strada la rotazione per le vacanze. In questa logica si innesta il dibattito pre-estivo sulle prospettive dei mercati per la seconda parte dell'anno e sulla eventuale necessità di qualche cambio di portafoglio.  

Da dove partire se non dalle performance

Sul tavolo dei Responsabili delle strategie di portafoglio bisogna decidere se confermare, prendere profitto e/o ruotare in nuove opportunità le classi di attivo ora presenti. La risposta viene presa nei comitati di investimento dove sono presenti analisti finanziari e gestori in modo da definire una strategia comune. Dai più recenti report il clima è combattuto e sembra non risulti facile trovare una sintesi condivisa per le scelte più opportune. Per capire meglio le diverse posizioni dobbiamo partire dall'analisi delle principali performance dei mercati a fine maggio (MSCI in valuta locale): World + 6,27%, Europe + 10,97%, Emerging Markets + 7,37%, MSCI US + 2,80%, MSCI Japan + 18,75%, Far East + 16,96%, Italy + 22,5%; per gli obbligazionari: Citigroup Global Markets WGBI in Euro + 6,27%, Emerging Market Bonds Index plus + 2,81%.

Idee di investimento: Azionario con alti dividendi e M&A

Le performance hanno battuto le attese di periodo, soprattutto sulla parte azionaria europea. Gli analisti del mercato ‘equity' si trovano d'accordo sulla velocità inaspettata di crescita delle quotazioni con rapporti di valutazioni (Price/Earnings e Price/ Book Value) in molti casi saliti sopra la media storica. Le analisi giustificano il rialzo per la divergenza di politica monetaria tra gli Usa ed il resto del mondo, per i progressi nei profitti societari in Europa e Giappone, una ritrovata solidità patrimoniale e la liquidità record presente nei bilanci che dovrà rientrare in gioco. I gestori rimangono convinti che l'idea di investimento azionaria confermi la selezione di società a grande capitalizzazione multinazionali, con costanti dividendi sopra la media o di piccole o medie dimensione possibili ‘prede' per operazioni di M&A (fusione e acquisizione).

Idee di investimento: Obbligazioni, molto diversificate

Sul terreno obbligazionario la variabile aumento dei tassi della Federal Reserve statunitense non sembra ancora preoccupare i gestori di Fixed Income. La ragione riguardano da un lato il Quantitative Easing della BCE appena iniziato, dall'altro, la buona domanda di obbligazioni rispetto alle emissioni, l'ampia diversificazione geografica, qualità dell'emittente, scadenze e cambi valutari. Il fronte che potrebbe preoccupare gli investitori rimane quello di un aumento dell'inflazione, che al momento sembra comunque lontano sia per la lentezza della crescita dei prezzi di materie prime che per un eccesso di capacità produttiva ancora da colmare. Per supplire alle evidenze di un possibile nuovo scenario i gestori chiedono agli investitori deleghe più ampie per poter gestire al meglio gli attivi.

Strategist meno entusiasti

Da parte dei Responsabili delle strategie di portafoglio, l'entusiasmo dei gestori viene giudicato con attenzione; le performance sopra le attese ottenute da inizio anno tendono a far notare che i prossimi mesi potrebbero essere meno brillanti. Sono d'accordo sull'idea che l'azionario mantenga un vantaggio per i limitati rendimenti obbligazionari, la bassa leva delle società e un trend di crescita economica positivo, ma sottolineano più attenzione a valutazioni e stock picking. Per la parte obbligazionaria, seppur non ci siano criticità improvvise, lo scenario vede la banca centrale statunitense preparare una stretta monetaria anche se non se ne conoscono ancora tempi e modalità; per questo chiedono ai gestori obbligazionari di diminuire i rischi di impatto sui portafogli dettati da possibili cambiamenti strutturali delle curve dei rendimenti.  

9 giugno 2015

Corrado Caironi – Investment Strategist di R&CA

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