Strategist di portafoglio dubbiosi sull'ottimismo degli Economisti statunitensi

Pubblicato il 21.06.2017

Strategist di portafoglio dubbiosi sull'ottimismo degli Economisti statunitensi

Che le strade tra dati macroeconomici e performance degli investimenti siano dipendenti è ormai un punto assodato nelle tecniche di asset allocation, tanto che nelle più importanti strutture finanziarie è presente un economista o un team dedicato. Che poi in alcuni casi le due strade divergano anche questo è abbastanza riscontato. Il premio Nobel Paul Samuelson ironicamente agli inizi degli anni 2000 aveva detto che "gli economisti hanno correttamente previsto nove tra le ultime cinque recessioni" a significare quanto sia difficile fare previsioni sul ciclo economico. La cosa invece interessante è che normalmente le curve dei tassi dei Treasury, titoli di stato statunitensi a 10 anni, tendano ad interpretare correttamente l'avvicinarsi di una crisi economica.

Stati Uniti in buona salute

L'ottimismo di molti economisti americani sembra in qualche modo scontrarsi con le opinioni più prudenti degli strategist di portafoglio. Ci sono due visioni contrastanti dell'economia statunitense rappresentata dai primi con un aumento delle previsioni di crescita economica in una lettura sicuramente positiva dell'attuale evoluzione; mentre secondo gli strategist di portafoglio, negli Stati Uniti i dati più recenti hanno mostrato un rallentamento dei consumi, un mercato immobiliare sicuramente meno brillante ed un ritmo di ingressi nel mercato del lavoro dimezzato rispetto allo scorso anno: segnali di un calo di ‘momentum' in un processo di decelerazione.

Stime migliori nel secondo trimestre

Gli economisti guardano al bicchiere mezzo pieno ovvero un tasso di disoccupazione molto basso, 4,3% con una domanda di lavoro crescente in concomitanza della ripresa dei salari; questi due fattori indicano che il rallentamento dei consumi rimarrebbe al palo ancora per poco. Inoltre secondo i dati statistici il primo trimestre dell'anno negli Stati Uniti risulterebbe ormai dal 2000 con tassi di crescita più bassi, mentre il secondo quarto vedrebbe un netto rimbalzo. Anche sul mercato immobiliare gli economisti vedono rosa; nonostante il rialzo dei prezzi e dei tassi di interesse gli operatori sono convinti che ci siano ancora condizioni attrattive, soprattutto rispetto all'aumento delle valutazioni delle diverse classi di attivo mobiliari e delle buone condizioni del credito.

In attesa del taglio delle tasse di Trump

Il clima quindi di prudenza degli strategist, condizionati da quotazioni molto cresciute, la spinta verso nuovi record dei listini statunitensi, trova una preoccupazione dalle attese molto ambiziose di ulteriore crescita degli utili aziendali, già incorporate dal mercato. Inoltre il recente ribasso dei rendimenti dei Treasury, nonostante la politica restrittiva della FED e la volontà di alleggerire nei prossimi anni la posizione accumulata in bilancio, sembrano preannunciare il punto di maturità di uno dei cicli economici storicamente più longevi. Ad esercitare pressione per una diminuzione del rischio di portafoglio gli strategist aggiungono due altri temi: il primo tecnico che vede la stagione estiva come la meno performante per i risk asset, e la seconda politica che ha come oggetto l'attuale situazione poco trasparente del Presidente Donald Trump sotto accusa nel Russiagate, ma soprattutto per la mancanza di chiarezza sulla dimensione e i tempi del taglio fiscale promesso e sulla potenzialità di nuovi investimenti.

21 giugno 2017

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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