Summer Outlook 2018

Pubblicato il 04.07.2018

Summer Outlook 2018

Con la conclusione del primo semestre sono arrivate le analisi delle performance di portafoglio e un rinnovato approfondimento sulle prospettive dei mesi a venire. Le previsioni di inizio anno si sono dimostrate coerenti con le attese sui fronti economico, politico e finanziario, ma non sono mancate alcune sorprese come ad esempio la difficoltà dei mercati emergenti sia sulla parte azionaria (-5,6%) che obbligazionaria (-6%). A livello settoriale la Tecnologia (+12,7%) è rimasta in vetta alle preferenze degli investitori trascinata dalle Big del Nasdaq, mercato che si dimostra tra i più attivi nelle aree sviluppate. Infine l'obbligazionario che nonostante l'aumento dei tassi della banca centrale americana Fed e le indicazioni di QT della BCE (Quantitative Tightening – con la riduzione degli acquisti), ha mantenuto una performance positiva (WGBI +2,3% in Euro).

Cambio di scenario lento

Nelle indicazioni dei recenti ‘summer outlook' i gestori di portafoglio risultano maggiormente cauti sulle attività finanziarie più rischiose, almeno rispetto a sei mesi fa. Le motivazioni abbracciano parecchie tematiche che sebbene già presenti da tempo si sono dimostrate persistenti e più invasive. In sintesi, si trova meno ottimismo sulla crescita economica che nelle previsioni per il 2019 e 2020 risulta più contenuta rispetto a quest'anno, e ancora sulla risoluzione delle richieste di dazi doganali e nel gestire una guerra commerciale che Trump continua a sostenere; non ultimo un disegno di legge statunitense contro il WTO, l'organizzazione per il commercio internazionale. A farne maggiormente le spese è l'indice azionario cinese (-15% YtD), ma anche la pressione sullo Yuan. Un altro aspetto di cautela arriva dalla rivalutazione del dollaro Usa: dopo una breve pausa sotto 90 punti ad inizio primavera il Dollar Index si posiziona a cavallo dei 95 punti. L'effetto combinato tra aumento dei tassi della FED, rafforzamento del dollaro e dazi continua ad influire sul comparto emergente e sulle materie prime. Sul punto si intravede il ritorno di una guerra valutaria e svalutazioni competitive.

Inflazione e protezionismo

Altro tema chiave che rimane sotto attenzione è quello dell'inflazione. Crescita economica, aumento dei prezzi del greggio e buon andamento del mercato del lavoro potrebbero tradursi in una fase di recupero dei prezzi al consumo, almeno negli Stati Uniti, meno in Europa e Giappone. Questo elemento economico confermerebbe il percorso di restringimento monetario che nei prossimi sei mesi continuerà anche se in modo subordinato ai dati di crescita. Tra i rischi esposti dagli economisti, una previsione di base troppo orientata a risultati stagionali che vedono un'inflazione in salita sull'ulteriore rialzo del prezzo del petrolio e l'aumento del protezionismo globale. A fare da contrappeso un'espansione fiscale/finanziaria globale che provocherebbe comunque una maturazione del ciclo attuale e un aumento del debito complessivo.

Riduzione dei rischi in Portafoglio

L'indicazione delle cosiddette de-risking strategies (strategie di investimento a rischio contenuto) ha sottolineato il cambiamento di posizione soprattutto nei portafogli del private banking statunitense. Nelle stime dei gestori viene sottolineato come la combinazione di aumento dei Fed Funds e della rivalutazione del dollaro dovrebbe ricondurre ad una parziale revisione al ribasso degli utili aziendali per le Large Cap dell'indice americano S&P500 più esposte all'estero. Anche per le Mid/Small Cap l'incidenza del processo di aumento dei salari medi e il rialzo dei tassi di interesse tenderanno ad incidere sui costi marginali e sui profitti futuri. Per quanto riguarda i paesi emergenti (Emerging Markets) i ritorni rimangono selettivi e vincolati ad investimenti sociali determinanti nella transizione dal modello ‘classico' di sviluppo, concentrato su industrializzazione, esportazioni, manodopera a basso costo e demografia, verso consumi e servizi locali, tenendo conto della concorrenza in aumento derivante dall'automazione produttiva e dell'incremento dell'intelligenza artificiale nei paesi sviluppati.

3 luglio 2018

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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