Tavola Rotonda Virtuale ottobre 2019

Pubblicato il 03.10.2019

Tavola Rotonda Virtuale ottobre 2019

Nella Tavola Rotonda Virtuale di R&CA, che vede coinvolti periodicamente i Money Manager delle maggiori case di investimento internazionali presenti in Italia, sono stati evidenziati i fattori macroeconomici e monetari che più influenzeranno le prospettive dei mercati finanziari e il portafoglio degli investitori.

Macroeconomia: la maggior parte degli esperti giudica le indicazioni di crescita economica fornite dalle Banche Centrali coerenti con gli studi prospettici delle rispettive case di investimento che mantengono una bassa probabilità di recessione entro 12 mesi, mentre si prolunga il trend per una crescita economica moderata. Le previsioni indicano che la crescita globale del PIL dovrebbe attestarsi nel 2020 tra il +2,3% e il +2,4% (stima intero 2019 +3%); secondo solo alcune analisi, grazie alla spinta dei Paesi Emergenti, la crescita nel 2020 potrebbe risultare leggermente superiore. Nei Paesi Sviluppati, dopo una serie di cali degli indici di fiducia e la leggera diminuzione delle stime di crescita economica, l'intervento delle banche centrali Fed, statunitense, e BCE, europea, ha posto in essere un aumento della liquidità nel sistema finanziario per raffreddare le influenze negative da imputare prevalentemente a situazioni geopolitiche: guerre commerciali tra Usa - Cina - Europa, Brexit e segnali d'allarme nel Golfo Persico.

Portafogli di investimento

Obbligazionari: L'intervento delle principali banche centrali ha riportato gli investitori sul mercato, tornati in massa a comprare fondi obbligazionari. La banca centrale americana FED, dopo i tagli dei tassi di interesse di luglio e settembre, ha aumento la liquidità nel sistema in attesa di nuovi dati sullo stato dell'industria e del mercato del lavoro; gli interventi sono orientati ad una progressiva normalizzazione della curva dei rendimenti, più ripida di quella attuale. In Europa la BCE ha invece reintrodotto il programma di acquisto di titoli, 20 miliardi di Euro mensili, oltre al taglio del tasso di deposito, oggi a meno 0,5%. I Money Manager ritengono che la corsa dei mercati obbligazionari stia già incorporando gli interventi delle banche centrali e che l'espansione monetaria globale potrà spingere in alto solo marginalmente le quotazioni dei governativi di alto rating, a fronte di un rischio elevato e crescente nel caso di futuri dati macroeconomici meno negativi.

Azionari: Le borse hanno confermato un'importante performance da inizio anno: l'indice globale in valuta locale MSCI World AC è cresciuto di oltre il 12%. Dal punto di vista tattico, il posizionamento dei Money Manager è distribuito equamente tra neutrali e leggermente sottoponderati. La giustificazione di questo atteggiamento prudente viene da indicatori economici anticipatori in calo e dalle attese ancora incerte su ricavi e profitti futuri. A livello operativo, alla luce dei potenziali fattori di rischio geopolitico che mantengono la possibilità comunque di un esito positivo, viene ritenuto ragionevole prendere in parte profitto a questi livelli elevati. Riguardo alle preferenze rimane una forte attenzione ai mercati azionari degli Stati Uniti rispetto a Europa, Giappone e Mercati Emergenti - anche se questi ultimi presentino valutazioni più interessanti - a ragione di un quadro economico statunitense migliore, almeno in un orizzonte di breve termine. Dal punto di vista delle valutazioni, i Money Manager sembrano convinti che una espansione dei multipli (riferiti al rapporto Prezzo/Utili) possa essere giustificata dalla politica monetaria espansiva e che la crescita dei profitti dovrà essere invece affidata alla politica fiscale. Nello scenario di fase avanzata del ciclo degli utili, i listini potrebbero quindi rimanere esposti a rischi di correzione; per questo una gestione attiva del rischio diviene di fondamentale importanza.

Asset Allocation: la continuazione di uno scenario finanziario finora positivo, rimane al momento soggetta alle intenzioni espansive delle banche centrali, oltre alla reattività dei dati macroeconomici. Il forte calo dei rendimenti governativi, in un mondo a tassi zero e con oltre 13.000 miliardi di dollari di obbligazioni a tassi negativi, pone seri problemi agli investitori alla ricerca di rendita finanziaria e che per farlo si avvicinano a più alti livelli di rischiosità. Si deve comunque aggiungere che questo scenario di politica monetaria accomodante sta riportando fiducia nella crescita economica nei prossimi trimestri e sulla tenuta di utili e dividendi: sono molti i settori azionari che presentano un Dividend Yield (rendimento da dividendo) nettamente superiore a quello dei rispettivi titoli governativi di lungo termine. Se quindi in prevalenza viene consigliato il sottopeso dei governativi a rendimento negativo a favore di maggiore liquidità, sulla parte azionaria può dimostrarsi utile un ribilanciamento del portafoglio con un consolidamento parziale delle performance.

Hanno partecipato alla discussioneKurt Schappelwein, Responsabile Team Multi Asset Strategies di Raiffeisen CM; Donatella Principe, Director Market and Distribution Strategy di Fidelity International; Massimo Dalla Vedova, Director Financial Institutions di AB Alliance Bernstein; Toby Nangle, Global Head of Asset Allocation, Head of Multi-Asset, EMEA di Columbia Threadneedle Investments; Giacomo Camisa, Sales Director, Intermediary di Schroders; Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P.Morgan Asset Management; Cristiano Iacopozzi, Docente di Asset Allocation alla Facoltà di Economia, Università di Siena; e Corrado Caironi, Chief Investment Strategist di R&CA.

3 ottobre 2019

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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