USA: focalizzati sulle Probabilità di Recessione
Pubblicato il 27.01.2016
Il dato che segnala ufficialmente una situazione economica recessiva negli Stati Uniti è affidato al NBER (National Bureau of Economic Research) e che viene confermato sei mesi dopo l'accaduto. La conferma però è molto meno interessante per gli investitori più interessati alle ‘avvisaglie' rispetto a conoscere ex post la situazione della propria economia. Per questo molte società di analisi si sono costruite modelli per monitorare l'economia e calcolarne le probabilità di recessione, che custodiscono gelosamente.
I dati del Conference Board
Tra gli strumenti più immediati di analisi di trend è corretto analizzare i cosiddetti Global Business Cycle Indicators; in questo caso è utile seguire il Leading Economic Index (LEI) calcolato dal Conference Board. Tra i componenti dell'indice, oltre ai dati sul mercato del lavoro, i nuovi ordinativi nel manifatturiero e servizi, il mercato immobiliare, vi troviamo gli indici di borsa, i crediti ed i rendimenti obbligazionari di Federal Funds e Treasury.
Un ciclo economico maturo
Ed è proprio lo scossone dei mercati finanziari che ha chiamato in causa non solo gli strategist di portafoglio con la necessità di strategie adeguate a sopportare la volatilità, ma anche gli economisti. Le avvisaglie di un Bear Market, corroborato dall'impressionante calo degli indici azionari, non poteva passare inosservato per la crescita dei timori di una nuova recessione, anche se questi ultimi sono sembrati fino ad ora poco convincenti nello scenario economico di base. Il ciclo statunitense si sta avvicinando alla maturità; è vero che le probabilità per una recessione nel 2016 sono aumentate solo negli ultimi mesi e secondo il consenso di mercato rimangono marginali.
L'industria frena, ma pesa solo il 10%
I segnali più evidenti arrivano dalla discesa dell'indice ISM manufacturing che a dicembre è scivolato a 48,2 punti, evidenziando un trend di contrazione. La produzione industriale negli Stati Uniti rappresenta il dieci per cento del GDP, un dato marginale se preso nel suo solo contesto, ma i due indicatori manifatturiero e servizi si muovono abbastanza correlato tra loro e si inseguono a distanza. Gli analisti restano convinti che il problema del calo del settore industriale sia strettamente legato alla tensione nel settore energetico con la caduta del prezzo di petrolio; questo fattore se da un lato penalizza il settore energetico, porterebbe comunque un beneficio reale ai consumatori.
Trend positivo per il mercato del lavoro
Un indicatore importante è ovviamente quello del mercato del lavoro. Dalle analisi sui tassi di disoccupazione il trend di nuovi occupati sembra solido, confermato dalla crescita dei salari. Questo in realtà si troverebbe in contraddizione con il passo meno veloce del FPDD (final private domestic demand) ovvero della domanda privata passata da +3% nei primi trimestri del 2015 al recente +1,5%. Il dato sarebbe invece in linea con la mancanza di pressione sui prezzi al consumo.
La corsa dell'indicatore Leading (LEI)
Nell'ultimo aggiornamento di pochi giorni fa l'indice LEI, calcolato dal Conference Board a dicembre, è sceso leggermente (-0,2% a 123,7 punti) dopo due incrementi positivi di 0,5% in ottobre e novembre, raggiungendo livelli sempre più vicini al picco dell'estate del 2006 a 138,1 punti. Nell'osservare il grafico si nota comunque la forte impennata dell'indice dal minimo del marzo 2009 a 98,01 punti, rendendo visibile l'espansione senza soluzione di continuità che ha portato ad esempio tra tutti, l'indice di disoccupazione dal oltre il 10% all'attuale 5%.
Agli investitori manca la stampella della FED
In questo scenario sarà molto importante tener conto delle nuove indicazioni della banca centrale statunitense Federal Reserve. Gli operatori rimangono convinti che i rialzi dei Fed Funds saranno molto più limitati e dilatati nel tempo rispetto a quanto indicato dall'organo esecutivo FOMC della banca centrale statunitense. Se i mercati non troveranno le ragioni per un rimbalzo e manterranno un tono debole è probabile che gli indicatori di fiducia possano impattare negativamente anche sui servizi e questo porterebbe ad un aumento delle probabilità recessive; al contrario una stabilizzazione delle materie prime e un ritrovato punto di vigore dell'industria porterebbe ad un rientro delle preoccupazioni, almeno per i mesi a venire.
27 gennaio 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.