Volatilità degli Indici Finanziari in prospettiva
Pubblicato il 03.04.2019
Con la ripresa dei listini di borsa gli operatori sono tornati a guardare con più attenzione ai fondamentali macroeconomici, accantonati dopo la caduta delle valutazioni di fine 2018, per adottare un ribilanciamento mirato di alcuni portafogli. Il tema chiave delle iniziative di investimento rimane il rallentamento economico e la ricaduta sugli utili, in una possibile pressione prospettica sui ricavi e sul cosiddetto ‘pricing power' ovvero la capacità di mantenere i prezzi su livelli sufficienti a proseguire nella crescita degli utili. L'idea più condivisa dagli strategist è che l'economia globale possa rimanere all'interno di una fase matura del ciclo per tutto il 2019, prima di entrare nella fase di chiusura. Se analizziamo i precedenti periodi di fine ciclo possiamo notare che l'azionario globale ha prodotto rendimenti trimestrali al di sopra della media storica del ciclo completo, battendo il reddito fisso. Tuttavia, intorno ai dati analizzati vi è stata un'ampia dispersione con alcune specificità come il ribasso dei mercati emergenti, mentre nel reddito fisso, i Treasury hanno sempre sovraperformato, anche se in modo limitato, i settori del credito più rischiosi.
Aumenta la propensione al rischio
La domanda a questo punto si riferisce a cosa può innescare un nuovo capovolgimento del trend dopo un trimestre che si è dimostrato molto positivo per tutte le asset class; molti indici come ad esempio quelli dei listini azionari statunitensi, sono tornati vicinissimi ai massimi storici. A fare da punto di attenzione degli analisti è la volatilità, sensore dinamico dell'avversione al rischio; un basso valore della volatilità spinge gli investitori ad una maggiore propensione alle classi finanziarie più rischiose. Secondo i report di mercato non solo non c'è forza negli acquisti, ma sono aumentati i venditori anche allo scoperto. Infatti le analisi segnalano una forte esposizione di scoperto sull'indice VIX che dal 31 dicembre 2018 il VIX:IND - Chicago Board Options Exchange Volatility Index si è quasi dimezzato passando da 25,4 punti agli attuali 13,4 in una discesa progressiva, anche se ben lontana dalla media di 10 punti del dicembre 2017. La posizione corta sulla volatilità, lascia comunque intendere che l'atteggiamento nuovamente accomodante delle banche centrali sia ritenuto ancora consistente nei prossimi mesi.
Liquidità e liquidabilità
Il punto di osservazione delle attuali dinamiche, ovvero di un trend macroeconomico che seppure in rallentamento proseguirà nella crescita per l'intero 2019, pone alcune riflessioni: a) il posizionamento corto (scoperto) del VIX, sebbene prolungato, non rappresenta necessariamente l'innesco per una più alta volatilità, b) l'inversione della curva dei Treasury statunitense segnala un'incertezza sull'economia statunitense; c) nonostante le dichiarazioni in corso le banche centrali potrebbero essere comunque meno espansive rispetto agli anni scorsi; d) una minore liquidità nel sistema può causare una minore liquidabilità di alcune classi di attivo. Questi elementi potrebbero essere la base per una limitazione al proseguimento della discesa della volatilità, spingendo ad una nuova verifica dei portafogli e una presa di beneficio.
3 aprile 2019
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.